di Daniele Ioannilli
Più vanno avanti gli studi sugli effetti che il cibo processato ha sull’uomo, più risulta evidente che essere attenti a ciò che si mangia è fondamentale.
È vero che agli albori dell’industria alimentare, nel cibo si mettevano molte cose poi divenute vietate; ma la quantità di sostanze aggiunte, vuoi per renderlo appetibile, vuoi per una migliore e durevole conservabilità, erano in quantità inferiori ad oggi.
In nome del profitto si è perso completamente il rispetto verso gli alimenti giungendo a trattarli al pari di una qualsiasi merce. E ciò ha interessato sia il produttore della materia prima, sia il trasformatore che realizza il prodotto finale.
Oggi giorno, la materia base di un prodotto è quasi una “ospite” all’interno della lista ingredienti, dove a primeggiare sono additivi chimici che oramai sono necessari affinché il prodotto abbia un sapore, si presenti bello e non deperisca velocemente.
Non basta più stare attenti allo zucchero o al sale contenuti, bisogna essere esperti di sigle chimiche per orientarsi. Ultima notizia è quella di uno studio condotto dall’Università Sorbonne di Parigi, nel quale anziché studiare come prassi il singolo additivo alimentare se ne è studiato un mix, scoprendo che la combinazione di tali additivi ha un’associazione con il diabete di tipo 2 nell’uomo.
Ciò significa che non basta più cercare nelle etichette nutrizionali la quantità di zuccheri presenti per essere sicuri. E sapere quali sono le associazioni pericolose in quanto ad additivi e come queste possano agire sul proprio organismo, non è una cosa alla portata del consumatore.
Perché questa notizia è così importante? Perché l’industria alimentare è spinta dalle élite globaliste verso il cibo prodotto in laboratorio, come la carne coltivata o il cibo stampato in 3D. Questo cibo, altamente ingegnerizzato, per esistere ha bisogno di un forte quantitativo di additivi chimici alimentari, che, già adesso, si stanno dimostrando altamente intossicanti.
Quindi, quali effetti avranno su un corpo umano se un giorno arriveranno ad essere consumati abitualmente?
L’ENEA – Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile – non ne sembra preoccupata ed anzi lo considera già il futuro.
Infatti, partecipando alla XI edizione della Maker Faire Rome presenterà un progetto relativo al 3D printing del cibo.
Che dire? Il futuro alimentare sarà tossico.
Articolo di Daniele Ioannilli
Fonte: https://comedonchisciotte.org/il-nostro-futuro-alimentare-sara-stampato-in-3d-e-tossico/