di Andrea Marcigliano
Dunque… mentre Trump tratta con Putin, l’Europa, o meglio quella strana finzione che chiamano Unione Europea, va alla guerra. O meglio, al riarmo. Per fare la guerra alla Russia.
Farebbe già ridere così, come una battuta senza senso. E, invece, forse, ci toccherà, davvero, preoccuparci. E piangere. Perché, i cosiddetti venti di guerra, sembrano soffiare veementi nelle vele di Bruxelles. E trovare altrettanti entusiasmi dalle parti dell’Eliseo.
Ursula Von Der Leyen vuole riarmare l’Europa. Per affrontare Mosca. Chiede ottocento miliardi di euro da investire in armamenti. Avete capito bene… Ottocento, 800 miliardi di euro. Che naturalmente dovrebbero venire tirati fuori dai paesi membri. Quindi dai cittadini. A scapito della spesa sociale, pensioni, stipendi…
Europei, o meglio tedeschi, francesi, italiani, spagnoli ed altri sempre più depauperati. Impoveriti. Ridotti a una vita sempre più compressa e faticosa. Per finanziare la guerra. Contro la Russia. Perché Lady Ursula e i suoi accoliti vogliono la guerra. A parole. Ma a farla, e a pagarne le conseguenze in tutti i sensi, dovranno essere altri. Voi, per inteso… o i vostri figli e nipoti.
Per altro Ursula non deve rispondere, praticamente, a nessuno. Non è stata eletta dai popoli europei. È stata messa lì da delle gabole di palazzo. Se si presentasse ad un voto reale, prenderebbe, forse, quelli dei parenti. E la sua Commissione non è un governo. No ha, o meglio, non dovrebbe avere potere alcuno. Soprattutto in materia militare. E in fatto di guerre. Ma l’inettitudine dei governi nazionali le permette di assumere, anzi arrogarsi questo ruolo.
E lei lo interpreta bene, al servizio di quei poteri finanziari che nulla dovrebbero avere a che spartire con l’Europa. E con i popoli che dovrebbero comporla. E che stanno pagando già le conseguenze di queste politiche.
Poi c’è Macron. Di Merz, del nuovo Cancelliere tedesco, inutile parlarne. È un uomo della BlackRock. E ciò dovrebbe bastarci per capire. E, poi, la sua non è una maggioranza. La Germania si prepara ad un, presumibilmente lungo, periodo di incertezza. Anche, forse soprattutto, nelle fila della CDU-CSU.
Ma Macron appare lanciatissimo. Alfiere della guerra. Del riarmo. Lui che ha segnato, con la sua insipienza, la definitiva fine del predominio francese in Africa. Che (s)governa senza una maggioranza. Che rischia una rivolta diffusa. Però vuole, a parole, la guerra. Con la Russia.
Gli altri europei si esercitano nell’attività del pesce in barile. Fingono di essere pronti. Ma contano come il, classico, due di coppe quando la briscola sta a bastoni.
L’Olanda fa i suoi affari. Sotto traccia. Gli altri più o meno tacciono. Ungheria, Slovacchia, Croazia, presto anche Bulgaria e Romania si stanno sganciando. Resta la Polonia. Ma, ricordo, il bellicismo cronico dei polacchi non ha mai portato fortuna. Soprattutto a loro. E a chi li ha seguiti.
Un Circo, dunque, con figuranti e pagliacci. Che urla: Guerra! Guerra!
Ma non ha forze per sostenerla. Un Circo che serve, probabilmente, a mascherare ben altro. Un gioco di interessi economici. O, se vogliamo semplificare, l’ennesimo, colossale, furto ai nostri danni.
La Lega ha preso posizione nettamente contraria. La Meloni appare ancora incerta. Speriamo… non ci resta altro da fare.
Articolo di Andrea Marcigliano
Fonte: https://electomagazine.it/il-circo-va-alla-guerra/