I nonni non muoiono mai: diventano invisibili…

I nonni non muoiono mai: diventano invisibili e dormono per sempre nella parte più profonda del nostro cuore.

I nonni non muoiono mai: diventano invisibili…
Ci mancano ancora oggi e daremmo qualsiasi cosa per ascoltare di nuovo le loro storie, per ricevere le loro carezze, per vedere quegli sguardi pieni di infinita tenerezza. Sappiamo che la vita funziona così: mentre i nonni hanno il privilegio di vederci nascere e crescere, noi dobbiamo essere testimoni del loro invecchiamento e del loro addio al mondo. La loro perdita è quasi sempre il primo addio che abbiamo dovuto affrontare durante l’infanzia.

I nonni partecipi dell’educazione dei loro nipoti, su di loro lasciano una eredità che li accompagnerà per sempre, per il resto dei loro giorni, esattamente come i semi di un amore che si vedrà ancora di più quando i nonni risulteranno invisibili.

Al giorno d’oggi risulta comune osservare i nonni crescere i loro nipoti: essi rappresentano un punto di sostegno prezioso, e tra nonni e nipoti viene a formarsi spesso un legame segnato da complicità profonda. Quindi la loro scomparsa può significare tantissimo, sia nei bambini che negli adolescenti.

I nonni non muoiono mai: diventano invisibili…
Gli esperti sottolineano che quando il nonno non c’è più, è sbagliato dire ai bambini cose metaforiche come “il nonno è volato su una stella” oppure “il nonno adesso dorme in cielo”, in quanto ai piccoli va concesso l’ultimo saluto e inoltre va spiegato loro il concetto del trapasso, del fatto che su questo mondo si cessa di esistere, così da evitare che i bambini possano farsi idee sbagliate. Se spieghiamo ai piccoli il tutto mediante una visione religiosa, è inoltre importante spiegare loro – in maniera chiara – che il nonno non tornerà mai più. L’informazione dovrà essere breve e semplice. Non è inoltre necessario nascondere ai piccoli le nostre lacrime di genitori.

Anche quando non sono più tra noi in modo fisico, i nonni ci sono ancora, la loro presenza è ancora viva, nei nostri ricordi, ogni volta che li ricordiamo, e nei nostri cuori.

Fonte: http://www.piccolestorie.net/2016/08/31/nonni-non-muoiono-mai-diventano-invisibili-bellissima-leggere/

LA NONNA È ANCORA MORTA?
Genitori e Bambini davanti ai Lutti della Vita
di Alba Marcoli

La Nonna È Ancora Morta?

Genitori e Bambini davanti ai Lutti della Vita

di Alba Marcoli

Come parlare ai bambini della morte e del dolore? Con le parole più semplici e piane possibili, con favole, immagini e metafore, ci suggerisce Alba Marcoli, per far sì che un lutto non elaborato non ne blocchi la crescita psicologica ed emotiva. Perché «è diverso essere liberi di camminare verso il futuro, anche se con cicatrici e ferite, piuttosto che non riuscire a muoversi per paura di non farcela a sopravvivere».

«Perché si muore?», «Perché Gesù è risorto e il nonno no?», «Mamma, ma quando io sarò grande tu sarai vecchia? E quando sarai vecchia, morirai? Allora io non voglio crescere, perché altrimenti dopo tu muori!»

I bambini fanno spesso domande sulla morte, mettendo in imbarazzo noi adulti, affannati a trovare risposte che quasi sempre non abbiamo. Tanto più che la morte è oggi relegata nel terreno dell'impensabile, lontana, distante. Invece le perdite fanno parte della vita di tutti e crescere implica un continuo, quotidiano confronto con il dolore e il lutto. Ogni passaggio di crescita è infatti caratterizzato da una conquista, ma anche da una perdita: bisogna perdere il nostro ieri per far spazio al nostro domani. In questo senso, il lutto è evolutivo.

Quando però un lutto colpisce la nostra famiglia, se c'è un bambino preferiamo quasi sempre tacere con lui, pensando così di proteggerlo, convinti come siamo che i bambini siano troppo piccoli per capire e vadano protetti dai fatti dolorosi della vita. Ma la loro «beata innocenza» è solo uno stereotipo: se c'è una grave preoccupazione o un dispiacere in casa il bambino, con i suoi sensi all'erta, lo percepisce subito. E sono proprio l'incertezza e la confusione prodotte dal nostro silenzio che più lo disorientano e che rischiano di lasciarlo solo davanti a qualcosa più grande di lui. Quando poi scoprirà la verità, cosa che alla fine inevitabilmente succede, si sentirà per giunta ingannato e tradito da coloro di cui più si fida.

Invece, se un bambino che subisce una perdita viene «accompagnato» dagli adulti in modo paziente e rispettoso dei suoi tempi, dei suoi sentimenti e delle sue emozioni, attraverserà il tunnel di quel dolore uscendone non solo integro ma spesso anche rafforzato. Perché dare un nome ai fantasmi aiuta a contenerli e a renderli tollerabili alla mente. Il suo lutto sarà stato «elaborato» e non rischierà di trasformarsi in un trauma.

Perché, come sottolinea Alba Marcoli, a differenza di quanto si crede l'elaborazione di un lutto non consiste nell'accettazione della morte di una persona cara e quindi nell'accettazione della perdita definitiva di un legame d'amore, consiste in realtà nel suo esatto opposto, «nella conquista di un legame interno fatto di ricordi, di emozioni, di un calore che nessuno potrà più portarci via».

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