“Grindadrap”, la macabra caccia alle balene delle Isole Faroe

Un solo grande rimpianto… pensando al fatidico giorno in cui l’ultimo essere umano sparirà per sempre dalla faccia della terra… non poter essere lí a godermi lo spettacolo.

Whales free

Non voglio inserire foto o video della mattanza che accade ogni anno alle isole Faroe. Cos’è il Grindadrap? Se avete uno stomaco forte cercatelo su qualsiasi motore di ricerca. Il seguente testo è tratto da wikipedia:

La parola faroese Grindadráp viene spesso tradotta come caccia alle balene, pur trattandosi generalmente di caccia a vari generi di delfini.Questa era una delle più grandi risorse economiche del XX secolo delle isole Fær Øer, arcipelago situato nell’Oceano Atlantico appartenente alla Danimarca.

Quest’attività è stata approvata dalle autorità faroesi ma non dalla ‘Commissione internazionale per la caccia alle balene’. Circa 950 Globicefali (Globicephala melas spesso denominati balena pilota, e in inglese balena dalle pinne lunghe) vengono uccisi ogni anno, molti dei quali durante l’estate. Più raramente vengono cacciate specie come le balene dal naso a bottiglia (Hyperoodon ampullatus) e delfini dai fianchi bianchi atlantici (Lagenorhynchus acutus). La caccia alle balene non è un’attività commerciale e tutti possono parteciparvi. Inizialmente i cacciatori di balene le cacciavano a bordo di barche disposte nell’acqua in posizione circolare. Oggi le barche si dispongono sparse nelle baie o nei fiordi.

La maggior parte dei faroesi considerano importante questa caccia: infatti, essendo una tradizione molto antica, gli abitanti pensano che vada mantenuta. Nonostante tutto, molte comunità lottano per la tutela di questi mammiferi marini (https://it.wikipedia.org/wiki/Grindadráp).

Si tratta, in realtà, di un massacro bello e buono nei confronti dei globicefali, dei cetacei costretti con navi, sonar e chi più ne ha più ne metta, a nuotare in branco verso la riva, dove ad attenderli ci sono centinaia di “cacciatori” pronti a decapitarli per collezionarne la carne. Ormai tutto questo è diventato solo una macabra tradizione, poiché la maggior parte della carne viene consumata più che altro internamente e non commercializzata; uno sfogo per gente frustrata legata a tradizioni da trogloditi, utile a sentirsi virili massacrando poveri e inermi animali indifesi.

La carne e il grasso delle balene fino allo scorso secolo, costituivano la gran parte della dieta degli abitanti dell’arcipelago e ancora oggi sono una specialità tipica di queste isole. Purtroppo, la caccia alle balene rappresenta una parte preponderante della cultura di questa gente, difficile dunque da estirpare, tanto che gli uomini faroesi affermano con fierezza che l’attività di grindadráp fa sentire faroesi.

Nonostante la Danimarca si sia dichiarata contraria a questa strage, una trasmissione televisiva italiana ha dichiarato che durante le attività di caccia girano motovedette della marina danese con funzioni di controllo, e che la polizia locale arresta chi si oppone, protesta o registra la strage delle balene.

L’immagine che vedete in alto è dell’associazione che ha provato a combattere questa brutale usanza, e che in tutta risposta sono stati fermati dalle forze dell’ordine locali e arrestati (https://www.facebook.com/seashepherditalia).

Non voglio immaginare dove finiremo spingendoci così oltre, quando finiranno gli animali da ammazzare probabilmente organizzeremo delle battute di caccia contro le minoranze più deboli. Sono senza parole, non ci resta che credere nel Karma, sperando che la ruota giri.

LE BESTIE SIAMO NOI.

Rivisto da Conoscenzealconfine.it

Fonte: http://aprilamente.myblog.it/2015/07/25/grindadrap/

THE COVE - LA BAIA DOVE MUOIONO I DELFINI
di Louie Psihoyos

The Cove - La Baia dove Muoiono i Delfini

di Louie Psihoyos

Una baia sperduta, un paradiso naturale che per sei mesi all'anno diventa trappola e teatro di morte per migliaia di delfini.

A Taiji sulle coste del Giappone i pescatori catturano e uccidono i cetacei per soddisfare la richiesta di esemplari da addestrare per l'intrattenimento nei parchi acquatici o da macellare per la vendita nei supermercati di tutto il Paese.

È la crudele mattanza raccontata da The Cove il film documentario, vincitore dell'Oscar 2010, promosso da Legambiente.

Ric O'Barry, il protagonista di The Cove, è stato l'addestratore di delfini della popolare serie TV Flipper.

Dal giorno in cui Kathy, femmina di delfino, si è lasciata morire tra le sue braccia smettendo volontariamente di respirare, O'Barry ha iniziato a impegnarsi per il boicottaggio dei parchi acquatici.

Oggi le energie di Ric O'Barry sono concentrate su The Cove, placida laguna giapponese dove ogni anno per sei mesi si danno appuntamento i cacciatori di cetacei, pescatori e acquirenti occidentali pronti a sborsare anche 150 mila dollari per aggiudicarsi un delfino da portare nelle loro megapiscine.

I giapponesi catturano illegalmente 23 mila delfini l'anno. Ma quasi la metà dei delfini che vivono in cattività muore nel giro di due anni.

The Cove è un film sospeso fra il giornalismo investigativo e l'eco-avventura.

Oltre all'attenzione ricevuta dai media, il primo importante risultato ottenuto dal documentario è stato di far bloccare il programma che prevedeva l'introduzione del15 delfino nel menù delle mense scolastiche.

REGIA: Louie Psihoyos

SCENEGGIATURA: Mark Monroe

FOTOGRAFIA: Brook Aitken

MONTAGGIO: Geoffrey Richman

PRODUZIONE: Diamond Docs, Fish Films, Oceanic Preservation Society, Quickfire Films

PAESE: USA 2009

GENERE: Documentario

DURATA: 92 Min

FORMATO: Colore

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