Esistenza, morte ed altre dimensioni

La “morte” è uno dei grandi tabù: se ne parla poco, si evita l’argomento, si fa finta quasi che non esista. Eppure si tratta di una “porta” che prima o poi tutti noi dovremo attraversare… una porta che si apre verso dimensioni “più sottili”, ma non per questo meno reali.

L’essere umano, non essendo cosciente delle infinite sfumature attraverso le quali la vita si manifesta, presume che – oltre alla vita vissuta all’interno del corpo fisico – l’esistenza si concluda nel momento in cui sopraggiunge la morte.

Cosa ci sarà al di là della vita vissuta sulla terra all’interno di un corpo fisico? Quanti di noi hanno posto a se stessi o ad altri questa domanda? E per quante volte durante l’esistenza?

“Morte” è un termine che incute timore e dubbio a molte persone, o che altera la coscienza in un modo talmente brutale da provocare a volte pazzia e ossessione. Queste persone ignorano che il termine morte vuol dire continuare a sperimentare l’esistenza nei piani più sottili della vita e che ogni essere vivente porta con sé tutto il “corredo astrale (emozioni, passioni, desideri) e mentale” anche quando la forma fisica si disgrega per tornare alla sua fonte.

Negli ultimi secoli, la nostra civiltà e gli insegnamenti teologici hanno travisato – attraverso manipolazioni mentali e aberrazioni nella trasmissione del contenuto dell’Antica Saggezza – la realtà riguardo all’evento della morte e di altre verità legate alla natura dell’uomo. Auspicare l’avvento dell’autentico sentiero spirituale è possibile, allorquando gli individui si avvicineranno all’idea che il mondo fisico è compenetrato e strettamente legato alle dimensioni più sottili dell’esistenza.

Potendo semplicemente ipotizzare questo concetto come una realtà da sempre presente, il genere umano diverrebbe più responsabile nei confronti del prossimo e del proprio agire attraverso parole, emozioni e pensieri. L’essere umano, non avendo coscienza dell’esperienza onirica, rinnega e nega anche a se stesso, realtà che immancabilmente sperimenta tutte le notti; resta sordo alla vocina che parla dentro se stesso… e cosa insegue? La palestra, i solarium, i centri estetici o di chirurgia plastica, l’abbigliamento firmato, la bella automobile, la scarpa chic… uccide il prossimo (anche con il pensiero!), bestemmia, distrugge ogni cosa su cui passa, ruba.

Come reagisce l’uomo agli effetti naturali di questi atteggiamenti? Piange lacrime di coccodrillo o si attacca al tronco della disperazione come un koala! Tradotto: soffre, si ammala, diventa ossessionato da qualcosa e arriva alle soglie della morte ignorando ciò che l’attende. “Di qualcosa si dovrà pur morire…”: questa frase riecheggia con frequenza in tutti gli ambienti e, portando l’attenzione sull’individuo che la esterna, si potrà facilmente percepire quanto poco rispetto ha per questa esistenza, quanto materialista possa essere il suo punto di vista e quanta poca consapevolezza giace nel suo apparato mentale.

È un dato di fatto che ognuno di noi dovrà abbandonare il corpo fisico, ciò non toglie che vivere con nobiltà, buon senso, gioia ed entusiasmo apporterà un contributo positivo a se stesso, ai familiari, conoscenti, amici, all’intero genere umano e da questo atteggiamento dipenderà la qualità della permanenza nelle dimesioni più sottili.

La legge terrena (civile e penale) non mette in pratica la vera giustizia, non può essere imparziale essendo costituita da esseri umani egoisti, avidi, scorretti e limitati nella conoscenza dei meccanismi della vita. Le Leggi Universali, alle quali non è possibile sottrarsi, consentono di raccogliere la qualità di ciò che l’uomo semina durante la sua vita terrena… e questo è un sollievo per tutti coloro che amano la vita e tentano con sforzo, instancabile di plasmare le proprie coscienze, grazie alla consapevolezza che il male produce male e che agire il bene aiuta a divenire coscienti delle realtà insite nella vita.

Gli scienziati sostengono che tutto è energia; partendo da questa verità sarà possibile ipotizzare che anche il corpo dell’essere umano è composto di un aggregato di energie, così come le emozioni, i desideri e i pensieri si esprimono attraverso una specifica qualità energetica. L’energia non si crea né si distrugge… da ciò ne consegue che l’evento della morte non pone fine all’esistenza umana; è un processo evolutivo attraverso il quale l’uomo passa da uno stato di coscienza ad un altro.

La permanenza nei piani sottili dell’esistenza è di gran lunga maggiore rispetto al tempo che viviamo dentro ad un corpo fisico. Gli esseri umani, mediamente, credono semplicemente che la morte del corpo fisico sancisca la fine della vita; eppure la teologia scolastica, la Chiesa romana, il buddismo, il taoismo, l’induismo e molte altre filosofie, asseriscono da sempre che c’è qualcos’altro dopo la morte. La credenza della reincarnazione era comunemente accettata dai Padri della Chiesa fino al V secolo d.C.; in seguito ci fu un occultamento di questa realtà e con il passare dei secoli l’occidentale allontanò dalla propria coscienza questa dottrina, sostituendola con una fede cieca che non spiegava chiaramente e scientificamente il processo di trasformazione dell’essere umano dopo la morte.

Le “regioni”, o stati di coscienza, dove l’essenza umana non perisce, sono mondi che interpenetrano quello fisico, ed essendo composti di materia più rarefatta, allo stato attuale di consapevolezza, non è possibile avere coscienza della loro esistenza e di tutte quelle entità che stazionano su questi piani. Durante lo stato di sonno, però, la coscienza umana si ritira in questi spazi e continua l’attività di sperimentazione, attraverso i veicoli di manifestazione di cui è dotato ogni essere umano (veicolo astrale, mentale, causale, ecc.).

L’essere umano è libero di credere o meno a questi piani di manifestazione della vita, ciò non toglie che essi esistono, sono sempre esistiti e continueranno ad esistere; tutte le filosofie e le religioni dell’umanità descrivono, seppure in modo differenziato, questa continuità di coscienza dove la vita, l’esistenza, la trasformazione, il movimento e l’esperienza continuano ad essere attive.

Fonte: http://www.nonsoloanima.tv/index.php?contr…article_id=1106

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