di Claudio Rossi
In parlamento i partiti politici, maggioranza e opposizione, fanno finta di lottare: il loro scopo è di farsi rieleggere, di perpetuarsi al potere, di estenderlo e di respingere ogni visione del mondo che lo insidi.
I leader diventano così professionisti della politica, stabili e pressoché inamovibili. La “La legge ferrea dell’oligarchia”, formulata nel 1911 dal politologo tedesco Robert Michels, teorizzava che tutti i partiti/sindacati si evolvono da una struttura democratica aperta alla base, in una struttura dominata da una oligarchia ovvero da un numero ristretto di dirigenti.
Dinamiche apparentemente democratiche sono in realtà giochi riservati alle élites interne che controllano i diversi pacchetti di voto. Col tempo, chi occupa cariche dirigenziali si “imborghesisce” e si allontana “dalla base”, per diventare una élite compatta dotata dello spirito di un nuovo corpo all’interno di uno vecchio.
Questo deriva dalla necessità di specializzazione, la quale fa sì che un partito/sindacato si strutturi in modo burocratico, creando dei capi sempre più svincolati dal controllo dei militanti/iscritti. Nello stesso tempo, il partito/sindacato tende a moderare i propri fini: l’obiettivo fondamentale diventa la sopravvivenza dell’organizzazione, e non la realizzazione del suo programma. I dirigenti trasformano l’organizzazione in oligarchia, in cui fanno prevalere i propri interessi personali sui fini istituzionali dell’organizzazione, sugli obiettivi e interessi dei membri.
- Il parlamentarismo è una falsa leggenda: non siamo noi che votiamo i rappresentanti ma i rappresentanti che si fanno scegliere da noi.
- Lo Stato non importa alla maggior parte delle persone, soprattutto, per ciò che attiene le vicende prettamente istituzionale: non si può sperare che la partecipazione parta dal basso.
- Le classi politiche non si sostituiscono, come ci aveva spiegato Gaetano Mosca nella sua “teoria della classe politica”. Puntano, invece, all’amalgama, si servono della captazione per non perdere mai il loro potere.
- L’opposizione parlamentare mira all’unico scopo, in teoria, di sostituire la classe dirigente avversaria, in pratica, invece, finisce per amalgamarsi con la classe politica al governo.
- A nulla valgono i movimenti popolari, perché chi li guida abbandona la massa e viene assorbito dalla classe politica: “parte incendiario e arriva pompiere”.
Dirà Michels: “Io di rivoluzioni ne ho viste tante, di democrazie mai”.
Articolo di Claudio Rossi
Fonte: http://www.mondoallarovescia.com/dalla-finta-democrazia-nasce-loligarchia/