Claudio Borghi: “il Vero Scopo dell’Esercito Europeo”

di Claudio Borghi

La UE in un momento in cui si sta rivelando ancora più inutile e dannosa tenta l’ennesimo rilancio per sottrarre ancora più sovranità agli Stati. Questa volta puntando ad un bersaglio più pericoloso della moneta unica. Vuole l’ESERCITO EUROPEO.

Ecco dieci motivi per cui questa idea deve essere rifiutata con tutte le nostre forze.

1. Il vero scopo dell’esercito europeo è quello di sottomettere gli stati membri che volessero disobbedire. Abbiamo già visto con quale violenza la UE può aggredire un singolo stato. L’hanno fatto con la Grecia chiudendo le banche e con l’Italia con lo spread. Non esiterebbero ad usare la forza se disponessero di un esercito. La cosa è pianificata ed è scritta a chiare lettere nel “Manifesto di Ventotene” di Spinelli. Il fucile dell’esercito europeo sarà puntato alla nostra tempia.

2. L’Italia perderebbe la sua sovranità militare, un altro pezzo di autonomia regalato a Bruxelles e continuo scivolamento verso l’irrilevanza. Senza moneta e senza esercito non potremo più dirci Nazione.

3. Un esercito europeo servirebbe gli interessi di Germania e Francia, non i nostri. Chi decide quando e dove combattere? Non certo Roma, ma burocrati non eletti. Non solo: immaginate un esercito europeo in una UE senza il diritto di veto. I nostri ragazzi potrebbero partire per qualche fronte lontano anche se il nostro Parlamento fosse contrario.

4. I costi sarebbero enormi: L’Italia è sempre contributore netto, quindi si userebbero soldi italiani per difendere confini altrui. Immaginate poi cosa potrebbe succedere con l’ingresso dell’Ucraina nella UE: con l’ingresso di uno stato enorme e poverissimo l’Italia dovrebbe pagare il triplo.

5. La nostra difesa nazionale, già fragile, verrebbe ulteriormente indebolita. I soldi, gli uomini e i mezzi allocati all’esercito europeo verrebbero sottratti alla difesa territoriale nazionale e alle forze dell’ordine, ci sarà ancora meno controllo del territorio.

6. Un esercito comune dopo la moneta unica è il secondo passo verso un mostruoso superstato europeo: addio indipendenza. Benvenuta schiavitù.

7. Le tradizioni militari italiane, un patrimonio storico, sarebbero sacrificate. Basta Alpini, basta Folgore, basta Bersaglieri. Solo l’orribile divisa UE con un regolamento di venti pagine sulle misure degli elmetti e degli scarponi.

8. In caso di conflitto, l’Italia diventerebbe un bersaglio senza voce in capitolo. Non potremmo mai invocare la neutralità e finiremmo trascinati in guerre assurde da pazzi guerrafondai tipo Macron. L’esercito europeo è contro la nostra Costituzione.

9. L’UE non ha una visione politica unita: come può avere un esercito coerente? Se una moneta senza stato è un abominio, un esercito senza stato è un’oscenità giuridica, politica e sociale.

10. Dare un esercito e magari armi atomiche a una UE che è e sarà a guida tedesca? E per beffa finale pagato da noi?
MA VOI SIETE PAZZI. PAZZI!!!

Articolo di Claudio Borghi

Fonte originale: https://x.com/borghi_claudio

Fonte: https://www.imolaoggi.it/2025/02/27/claudio-borghi-vero-scopo-esercito-europeo/

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"In questo saggio Marco Della Luna rompe il silenzio su questo tema e lo fa a modo suo ovvero quello di un intellettuale che... di mestiere non fa l'intellettuale. È un avvocato che però ha anche una laurea in psicologia ed è autore di saggi decisamente fuori dal coro. Anche in questo libro, Della Luna esce dai consueti binari e lo fa con il suo stile, che non esito a definire vulcanico".
Dalla prefazione di Marcello Foa

"La psicologia politica è uno strumento poderoso, ora anche scientificamente validato e sviluppato, stante che i comparti universitari più finanziati dai gruppi oligarchici privati nel paradiso anglofono sono quelli di PR (leggasi manipolazione dell'opinione pubblica) e neuroscienze. Fingere che essa sia finalizzata soltanto al rito del consenso elettorale è come volerci dare a intendere che il congegno per la deflagrazione nucleare sia destinato alle beghe di pianerottolo o alle corse tra velocipedi, di certo accanite e temerarie".
Dall'appendice del prof. Franzaldo Di Paolo

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