di Nino Materi
“Benny G” ha una mamma manager e migliaia di followers, grazie a video con brani e moine osé da diva.
“Benny G”, 9 anni, minigonna, “sensualissima”, non è l’unico caso. Le baby cantanti-ballerine (ma ci sono pure i maschietti) che scimmiottano atteggiamenti da “grandi” abbondano sui social. E non da oggi. Purtroppo l’asticella del buon gusto è in continua discesa, tanto da vedere bambine con i denti da latte vestirsi e muoversi in maniera imbarazzante. Eppure i loro video piacciono esageratamente, tanto da raccogliere i consensi di migliaia di followers.
Tutti pazzi per dieci, cento, mille bimbe che sculettano, truccate pesantemente e che interpretano canzoni d’amore dove i richiami al sesso sono più che espliciti. Siamo sul crinale della pedofilia o è solo tutto un “grande gioco”? I genitori (soprattutto la mamma) di “Benny G” – la neomelodica più famosa e cliccata d’Italia – non hanno dubbi: la situazione è “sotto controllo”, la bambina “si diverte” e tutti sono “felici e contenti”.
Quali nefaste conseguenze possano avere su “Benny G” (e tutti i piccoli web-fenomeni come lei) i video a getto continuo autoprodotti per TikTok e gli altri profili social non è un problema che assilla i genitori. Anzi, sono proprio loro i principali manager dei bimbi-prodigio: li ispirano, li incoraggiano, li spronano. Tutto meno che proteggerli da un’esposizione digitale che – sul punto concordano tutti gli esperti – produrrà “effetti psicologici devastanti”.
“Il modello di successo dell’influencer e l’adrenalina di sentirsi potenzialmente gratificati in tempo reale dai mi piace per qualsiasi esibizione social, stanno facendo danni enormi – spiega un report degli psicoterapeuti dell’età infantile. Un circolo vizioso del quale spesso fanno parte integrante anche i genitori, cioè proprio quei soggetti che dovrebbero proteggere i bambini”.
Risultato: l’esercito dei “Benny G” cresce e, per ora, si gode gli applausi dei tiktoker. Ma le piccole star diventeranno grandi depressi? E le mamme che oggi, invece di tutelare le figlie dalla platea informe del web, godono dei loro successi virtuali? Fa impressione sapere che molte delle starlette-bonsai che si esibiscono in rete hanno più o meno la stessa età della povera Antonella, morta a 10 anni nel bagno di casa a Palermo, risucchiata dal gorgo di una “sfida estrema”. Anche Antonella inviava su TikTok video in cui ballava e cantava, ma era roba innocente, priva di “velleità artistiche” e comunque non certo invogliata da una madre e un padre esibizionisti.
Il seguito di faccine entusiaste che accompagna le performance di “Benny G” è invece la spia di un fenomeno di segno opposto. Quello cioè di una realtà genitoriale che non solo non si accorge dei pericoli di internet, ma addirittura li sfida offrendo immagini “provocatorie” dei propri bambini in pasto allo stesso Moloch che ha divorato l’innocenza di Antonella.
Articolo di Nino Materi
Rivisto da Conoscenzealconfine.it