Avevano Ragione fin dall’inizio i cosiddetti “Complottisti”, era Tutto Pianificato da parecchio Tempo!

di Claudio Martinotti Doria

La “Tempesta Perfetta” sta per abbattersi sul nostro Paese.

L’Italia è un paese nel quale qualsiasi progetto, opera, riforma, servizio, ecc., richiede anni per essere implementato e realizzato, con ritardi continui, aggiustamenti in corso d’opera e lievitazione dei costi. Di questo siamo tutti consapevoli per esperienza. Di conseguenza, quando ci troviamo di fronte ad un’efficienza straordinaria della pubblica amministrazione, mai verificatisi prima, è doveroso chiedersi come sia stato possibile.

Mi riferisco al fatto che negli uffici postali a partire dal 1 febbraio 2022 non sia assolutamente possibile spedire una raccomandata o un pacco per coloro che sono privi di QR-code, cioè dell’infame lasciapassare denominato Green Pass.

Chiunque lo potrà constatare, non si tratta di non poter entrare negli uffici postali per i dissidenti privi di lasciapassare, ma proprio di non poter eseguire alcuna operazione al terminale. Tutti i 14mila uffici postali, anche i più remoti e sperduti, sono tutti dotati di un programma d’identificazione del QR-code senza il quale l’impiegata allo sportello non può procedere all’operazione richiesta. Qualunque essa sia, quindi sono impediti anche i prelievi o trasferimenti di denaro, del proprio denaro depositato.

Direi che siamo già in pieno nel sistema di crediti sociali modello cinese, lo stato ti premia o ti punisce in base alla sua discrezionalità e alla tua ubbidienza alle sue direttive arbitrarie e unilaterali.

Come accennavo in premessa, se normalmente impiegano anni a realizzare qualsiasi iniziativa, come mai erano già pronti e in piena efficienza a distanza di soli pochi giorni dall’ennesimo decreto del presidente del consiglio dei ministri? Direi che l’unica spiegazione logica possibile sia che fossero preparati da parecchio tempo, da molto prima che il decreto fosse reso pubblico nei suoi contenuti. Quindi il piano era stato ordito da molto tempo e a piccole dosi l’hanno realizzato, giustificandolo di volta in volta con menzogne su menzogne propagandistiche e pretestuose, per abituare la gente gradualmente alla progressiva riduzione della libertà e dei diritti civili, con un evidente intento controllo sociale frutto dell’ingegneria sociale applicata.

Hanno abilmente fatto in modo di abituare la popolazione a una diversa e discriminatoria normalità fin dalle procedure operative e tecniche che prima erano accessibili a tutti senza problemi. Direi che hanno ormai superato abbondantemente persino il regime cinese che a questi livelli oppressivi non è ancora arrivato e soprattutto non li applica a intere categorie di persone ma solo a singoli individui in base al punteggio ottenuto. Quindi l’attuale Draghistan ha superato la Cina come regime totalitario e il Sudafrica dei decenni scorsi per l’apartheid e il razzismo divenuto religione di stato.

A questo punto oltre all’arte di arrangiarsi (di cui siamo maestri a livello mondiale) non ci rimane che attendere le reazioni delle Forze dell’Ordine, delle Forze Armate e della Magistratura (che fino a prova contraria è un potere autonomo e ha piena facoltà d’intervento), i cui appartenenti hanno tutti giurato sulla Costituzione Italiana, che è stata palesemente violata (per usare un tenero eufemismo), sperando abbiano un anelito di dignità che li induca a intervenire per ripristinare un minimo di legalità, legittimità e giustizia, altrimenti le istituzioni italiane subiranno un danno grave e irreversibile non solo d’immagine e credibilità ma anche di percezione morale presso la popolazione. Verrebbero inevitabilmente considerati complici del regime, alla pari delle SS o della Gestapo al tempo del nazismo.

Tenendo conto inoltre che tutti questi decreti sono atti amministrativi che in termini di diritto sono fonti secondarie, cioè devono rispettare le fonti primarie cioè le leggi fondamentali come la Costituzione, i regolamenti UE, i Trattati Internazionali (carta di Nizza, Convenzione di Oviedo, Codice di Norimberga, per citarne solo alcuni), se le violano dovrebbero decadere automaticamente, cioè perdere qualsiasi efficacia e non essere rispettate e tantomeno applicate dalle istituzioni preposte ai controlli.

Ad ogni modo, indipendentemente dalle reazioni che ci saranno, la “tempesta perfetta” che sta per abbattersi sul nostro paese (iperinflazione, disoccupazione, sanità allo sbando, economia distrutta, povertà diffusa, blackout energetici, scaffali vuoti o con prezzi alle stelle, sommosse e guerriglia urbana, ecc.), la cui responsabilità è interamente attribuibile ai politicanti farabutti che ci governano (sia in Italia che in UE), non lascerà spazio a esitazioni e ambiguità, quando lo tsunami si abbatterà non farà alcuna distinzione tra inoculati e non, tra dotati di QR-code e collaborazionisti, ecc., saremo spazzati via tutti!

Articolo di Claudio Martinotti Doria

Fonte: http://www.cavalieredimonferrato.it/

AZADI
Libertà, fascismo, fiction all'epoca del Coronavirus
di Arundhati Roy

Azadi

Libertà, fascismo, fiction all'epoca del Coronavirus

di Arundhati Roy

Una raccolta di saggi, scritti da Arundhati Roy tra il 2018 e il 2020, due anni che in India sono sembrati 200.

Azadi è la parola urdu per libertà: un inno, una preghiera. Ma anche un grido che ha invaso le strade del Kashmir – contro quella che è considerata l'occupazione indiana – e che poi ha trovato eco per le strade dell'India nella voce degli oppositori al nazionalismo indù.

Nel momento in cui Arundhati Roy ha iniziato a chiedersi se ci fosse un collegamento tra queste due richieste di libertà, le strade e le piazze di tutto il mondo si sono zittite di fronte a un nemico invisibile e potentissimo, il Covid-19, che ha fermato l'intero pianeta come niente altro prima, rivelandone le ingiustizie e le contraddizioni.

Tuttavia, sostiene l'autrice, ogni pandemia è un portale verso una realtà alternativa, un'occasione per ripensare il presente che ci siamo costruiti.

Possiamo decidere di attraversarlo portandoci dietro le nostre guerre, i pregiudizi, gli odi, i fiumi e le foreste agonizzanti, nel desiderio di tornare alla normalità. Oppure possiamo attraversarlo alleggeriti, pronti a mettere in dubbio i valori che abbiamo seguito fino a oggi.

In questo nuovo libro, Arundhati Roy ci spinge a riflettere sul significato della parola libertà all'interno di società sempre più autoritarie e a immaginare un mondo nuovo. Un libro che, insieme a noi, ha attraversato il portale della pandemia.

Dicono del libro

«Una delle più grandi scrittrici del nostro tempo»
Naomi Klein

«La polemica di Arundhati Roy è importante e necessaria... dobbiamo esserle grati per il suo coraggio e il suo talento»
Salman Rushdie

 

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