di Weltanschauung Italia
Ebrei ed arabi hanno una caratteristica comune che si tende a dimenticare: sono entrambi semiti, in quanto la definizione di semita non possiede una connotazione etnica o razziale, ma linguistica.
Semita è ogni popolo che parla una lingua del ceppo semitico, ramo linguistico che rimanda a una matrice culturale comune che denota una comune provenienza ancestrale. Allo stesso modo, ad esempio, si definiscono indoeuropei tutti i popoli che parlano lingue che partecipano del ceppo indoeuropeo, a prescindere da qualsiasi caratteristica etnica o razziale li riguardi.
Questo dovrebbe palesare quanto sia inappropriato e strumentale parlare di antisemitismo riguardo al sentimento di profonda indignazione che serpeggia oggi nel mondo nei confronti di Israele, visto che esso è dovuto essenzialmente alle politiche discriminatorie e segregazioniste (oggi sterminazioniste) che esso esercita nei confronti degli arabi palestinesi.
O si rinuncia al termine “antisemita” nei confronti di chi critica il sionismo militare e militante, o si riconosce che i primi “antisemiti” sono gli ebrei stessi, e chi li critica lo fa per sostegno ai semiti arabi, quindi per definizione non può essere definito “antisemita” ma “prosemita”.
Se è vero, come scrivono i giornali, che il problema più urgente in Italia è una recrudescenza dell’antisemitismo, suggeriamo di ricercarlo in quella parte della cultura, della politica, della società che dà il suo sostegno incondizionato al più antisemita degli stati nel mondo.
Articolo di Weltanschauung Italia
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