Imbarazzo, paura del giudizio, autocritica costante, la spiacevole sensazione di essere osservati e criticati: chi soffre di ansia sociale spende una gran quantità di energia nel tentativo di controllare le proprie azioni e le reazioni degli altri.
Provare un elevato livello di ansia nelle varie situazioni sociali che si vivono, è una condizione invalidante, che limita la libertà e la serenità della persona che ne soffre. La fobia sociale è descritta secondo i seguenti criteri:
- paura o ansia marcate, relative a una o più situazioni sociali nelle quali l’individuo è esposto al possibile esame degli altri (interazioni sociali, essere osservato mentre compie un’azione, eseguire prestazioni di fronte agli altri);
- l’individuo teme che agirà in modo tale da manifestare sintomi di ansia, che saranno valutati negativamente (perché umilianti o imbarazzanti) e porteranno al rifiuto o risulteranno offensivi per gli altri;
- le situazioni sociali temute, provocano quasi invariabilmente ansia o paura e sono evitate o sopportate con disagio; le reazioni sono sproporzionate rispetto alla reale minaccia posta dalla situazione sociale o al contesto socioculturale;
- la paura, l’ansia o l’evitamento sono persistenti, causando disagio clinicamente significativo o compromissione del funzionamento in ambito sociale, lavorativo o in altre aree importanti;
- la paura, l’ansia o l’evitamento non sono attribuibili agli effetti fisiologici di una sostanza o di un’altra condizione medica (se presente, i sintomi ansiosi sono non correlati o eccessivi) e non sono meglio spiegati dai sintomi di un altro disturbo mentale.
In uno studio effettuato da Tibi-Elhanany e Shamay-Tsoory nel 2011, viene provata l’associazione fra elevate capacità empatiche e ansia sociale. I ricercatori hanno confrontato i livelli di empatia di due gruppi di soggetti con elevata e bassa ansia sociale, mediante un compito di attribuzione di stati mentali affettivi e cognitivi. È stato dimostrato, così, che le persone socialmente ansiose sono ipersensibili verso le emozioni di chi le circonda, a causa di una maggiore tendenza all’empatia cognitiva (la capacità di “mettersi nei panni dell’altro”) e di un’elevata precisione nel riconoscere gli stati mentali altrui.
Tale intensità di percezione può portare l’ansioso a comprendere più velocemente i sentimenti degli altri, ad interpretarne in modo più accurato i bisogni, le intenzioni e le motivazioni. Tuttavia, le migliori abilità socio-cognitive lo inducono a sperimentare anche un carico emotivo eccessivo che aggrava il disagio. La persona dovrebbe, quindi, imparare a “schermarsi” per non essere sopraffatta dalle emozioni altrui, diventando più consapevole delle proprie, imparando ad elaborarle e ad esprimerle in maniera adeguata.
Terapie psicologiche per l’ansia sociale
- Le terapie psicologiche più efficaci per la fobia sociale, sono quelle basate sull’approccio cognitivo-comportamentale. L’intervento focalizzato sul “qui e ora”, intende modificare i pensieri disfunzionali del paziente, mediante la ristrutturazione cognitiva degli schemi mentali fossilizzati, affinché ritrovi la capacità di agire nel presente.
- Un’altra tecnica cognitivo-comportamentale è l’esposizione graduale e sistematica alle situazioni sociali ansiogene, che permette all’ansioso di affrontare gli stimoli temuti in modo progressivo, con il sostegno del terapeuta.
- Terapie di gruppo e training di ampliamento delle abilità sociali (social skills training), aiutano il paziente a instaurare in modo efficace relazioni e interazioni con gli altri.
- Infine, può essere utile apprendere una tecnica di rilassamento (es. training autogeno, rilassamento muscolare progressivo), per gestire le manifestazioni fisiche ed emotive dell’ansia.
Fonte: http://psicologia-cambiamento.it/ansia-sociale-empatia-disagio/