10 motivi per non andare a scuola

Fare scuola a casa ha infiniti vantaggi e aiuta a crescere figli più autonomi, creativi e consapevoli.

Si chiama “educazione parentale”, ovvero un metodo di apprendimento naturale che aiuta i figli a crescere in libertà, dando loro la possibilità di imparare in maniera gioiosa, esplorativa e appassionata, nel rispetto dei propri ritmi.

A portare avanti questa rivoluzione in Italia è Erika Di Martino, mamma di 5 figli, nessuno dei quali è mai andato a scuola. Fondatrice del network “EducazioneParentale“, Erika si dedica alla diffusione dello stile di genitorialità ad alto contatto, tramite il suo lavoro di consulente personale, organizzatrice di convegni e attraverso il sito controscuola.it.

Dalla sua parte ha oltre dieci anni di esperienza nell’ambiente scolastico e la convinzione che la società possa cambiare in meglio solo attraverso il rafforzamento dei legami umani. Vediamo quali sono i vantaggi di non andare a scuola, secondo la sua esperienza di mamma ed educatrice.

1. Per fare educazione parentale il genitore non deve avere una qualifica atta all’insegnamento. Per fare bene homeschooling in maniera serena ed efficace, bisogna fare tabula rasa di ciò che si è vissuto e imparato nel proprio percorso scolastico. I bambini non passano 6 ore seduti al banco, con un libro in mano. L’homeschooling è una cosa decisamente creativa: si fanno lezioni di gruppo, si può chiedere l’aiuto di un tutor se serve, si trovano un sacco di risorse su internet, si vanno a visitare musei, si viaggia… Il mondo intero diventa scuola.

2. La scuola parentale dà l’opportunità ai bambini di imparare e sperimentare fino in fondo ciò che è veramente importante nella vita. L’approccio educativo seguito stravolge le linee guida tradizionali: non è il genitore che insegna, sono i bambini che imparano.

3. L’educazione parentale privilegia un percorso da autodidatti da subito, quindi non vengono proposti agli studenti nozioni preconfezionate e non vengono nemmeno sottoposti ad alcun tipo di esame. I genitori imparano accanto ai loro figli, osservandoli e sostenendoli nelle loro ricerche e scoperte. Il fatto di essere i protagonisti di un cammino la cui direzione è sconosciuta, rende l’avventura ancora più emozionante e imprevedibile. Questo permette anche di costruire un percorso assolutamente originale, che non riprende nessuno schema già in uso.

4. I bambini vengono incoraggiati a procedere per tentativi e a trovare la soluzione nelle problematiche quotidiane che siano, ovviamente, alla loro portata. Anche per i problemi più complicati, comunque, si tende a chiedere la loro opinione. In questo modo, ogni bambino ha la possibilità di trovare soluzioni originali e impensate. Di fronte ai fallimenti, si suggerisce di riprovare, mentre se hanno successo è naturale congratularsi con loro per le conquiste ottenute. Questo processo alimenta la loro autostima e la sicurezza di poter sormontare qualsiasi ostacolo che la vita presenterà loro. Così saranno esperti di problem solving, una dote impagabile.

5. La grande libertà sperimentata con il metodo dell’educazione parentale, porta i bambini a scoprire le proprie passioni. In questo modo possono perseguire la propria vocazione. Dal canto loro, i genitori possono stimolare i bambini in svariate maniere, senza mai giudicare il loro percorso. Un domani potranno così trasformare la loro passione in un lavoro.

6. L’educazione parentale valorizza l’ozio creativo e solitario, e i risultati sono positivi. I bambini vengono lasciati liberi di intrattenersi da soli, giocando: in questo modo hanno la possibilità di rendersi conto che la felicità si raggiunge da soli e che non si trova al di fuori di noi stessi, né tanto meno dipende dagli oggetti o dal denaro che si possiedono, oppure dalle amicizie che si hanno o dai voti che si prendono a scuola. Di Martino afferma che il bambino che non sperimenta questo grado d’indipendenza rischia, una volta adulto, di attaccarsi in maniera morbosa a un’altra persona, o di colmare il vuoto esistenziale con dei passatempi come i social o lo shopping, oppure peggio ancora, con il cibo.

7. L’homeschooling incoraggia anche l’indipendenza. Stando maggiormente a contatto con i genitori, i bambini hanno la possibilità di fare numerose attività quotidiane, proprio come fanno mamma e papà: dal preparare un pasto, a pulire il bagno, ad andare a fare una commissione e controllare poi il resto al negozio. Se inizialmente il genitore si affianca ai bambini, correggendo gli sbagli, in un secondo momento è bene lasciarli liberi di sbagliare un numero infinito di volte, ricordando loro che sbagliando s’impara. L’indipendenza conduce alla libertà: in questo modo possono trovare da soli il modo di realizzare i propri sogni.

8. Insegnare la compassione ai figli è molto importante: è anche la chiave per un ambiente lavorativo positivo. Ecco perché è bene fornire esempi concreti ogni giorno e lasciare che i figli siano esposti a quante più forme di diversità possibile. In questo modo viene insegnata anche la tolleranza, che va di pari passo con la compassione, e che si allena conoscendo persone di diverse etnie, gruppi sociali e stati fisici.

9. L’educazione parentale ha il merito di sviluppare il cambiamento in un mondo che è in continuo mutamento. I bambini che partecipano al progetto di homeschooling si adattano al cambiamento sempre più facilmente. Perché sono soprattutto coloro che sapranno adattarsi al cambiamento che potranno farcela ed avere successo nel futuro. Incoraggiare i figli a trarre beneficio da ogni situazione, anche quelle negative, permette loro di andare avanti nonostante le avversità.

10. L’homeschooling non ha una “scadenza”: lo si può fare fino a quando il figlio lo richiede o lo desidera, quindi si potrebbe continuare fino all’università. L’educazione parentale è infatti del tutto legale, sancita dagli articoli 30 e 34 della Costituzione.

Fonte: http://www.viviconsapevole.it/articoli/10-motivi-per-non-andare-a-scuola.php

UN'ALTRA SCUOLA è POSSIBILE?
Autori, esperienze e prospettive educative verso percorsi scolastici in ascolto dei bambini
di Sonia Coluccelli

Un'Altra Scuola è Possibile?

Autori, esperienze e prospettive educative verso percorsi scolastici in ascolto dei bambini

di Sonia Coluccelli

Il libro intende offrire sulla base di una critica alla scuola convenzionale, un ventaglio di proposte alternative, prospettando per ciascuna sia gli assunti teorici sia le effettive realizzazioni.

Da Rudolf Steiner a don Lorenzo Milani, da Maria Montessori a Mario Lodi fino all'istruzione famigliare, ogni capitolo prende in esame una visione pedagogica e ne presenta la relativa traduzione pratica.

È così offerto un panorama di scelte possibili a chi stenta a riconoscere nei sistemi scolastici convenzionali una risposta adeguata ai reali bisogni di apprendimento, crescita e sviluppo di ciascun bambino.

"Questo libro vuole essere un viaggio intrapreso con fiducia per togliere il punto di domanda dal titolo, per raccontare come una scuola diversa già esiste e può diventare modello diffuso, senza temere mescolanze tra visioni pedagogiche che, pur diverse, hanno in comune quella domanda e ad essa tentano di dare una risposta.

È anche, lo ammetto, il viaggio che io per prima ho percorso in questi vent'anni per poter descrivere quale scuola oggi vorrei per i miei figli e per i bimbi che incontro sulla mia strada. Non è certo un testo enciclopedico, ma è fortemente influenzato dalla mia storia di donna, insegnante, mamma; non compaiono tutte le teorie pedagogiche alternative alla scuola convenzionale ma solo quelle che hanno parlato - almeno un po' - alla mia testa e al mio cuore, e di cui ho fatto una minima significativa esperienza, magari grazie agli incontri nel mio continuo vagabondare. Un nomadismo irrequieto e mai pago di soluzioni definitive che però mi porta oggi ad avere il grande privilegio di poter condividere, con chi leggerà queste pagine, anni di domande e di risposte, fatiche e speranze, disillusioni e ripartenze."

Sonia Coluccelli

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