In Pakistan la Vita dei Cristiani vale meno di quella degli elefanti…

di Caterina Giojelli
L’Alta Corte di Islamabad libera il pachiderma Kaavan. Il mondo esulta, il giudice fa un sermone sulla sofferenza e i diritti degli esseri viventi. E i diritti di Maira, Huma, Shafqat, invece non interessano nessuno?
“L’ergastolo, senza aver commesso un delitto. Confinato in una cella sporca e angusta, incatenato, spesso bastonato”. Così Repubblica quattro anni fa raccontava la storia di Kaavan, quella di una “condanna ingiusta”, una storia di “catene, bastoni, digiuni forzati” in Pakistan che aveva indignato il mondo: per la libertà del giovane Kaavan si era battuta la cantante Cher, per il suo immediato rilascio 280 mila attivisti avevano firmato una durissima petizione, innescando una potente campagna mediatica. Poi, qualche settimana fa: il lieto fine, l’Alta Corte di Islamabad ha emesso un ordine di liberazione, fine dell’isolamento e della prigionia, fine dei maltrattamenti e delle disumane condizioni di prostrazione a cui era stato costretto Kaavan, ormai depresso e impossibilitato a darsi pace dopo la morte della compagna Shaeli, avvenuta nel 2012. Kaavan, nato in Sri Lanka nel 1985, è dunque finalmente libero…

Vai all’articolo

Le Malattie arrivano se non seguiamo la nostra Anima

La Sofferenza arriva quando non seguiamo il percorso deciso dalla nostra Anima.
La sofferenza è un indicatore… ci indica la via, ci dice se stiamo conducendo la nostra vita in modo corretto o sbagliato. Ecco, a tal proposito, una bellissima storia:
“C’era un uomo che adorava suonare il flauto.
Si sposò con una giovane e bellissima donna e la prima notte di nozze lui volle suonare per lei.
Sua moglie gli disse che non poteva sopportare il suono del flauto e aggiunse: ‘O me o il flauto!’
Il flauto venne riposto e l’uomo non lo suonò più.
Anni dopo all’uomo venne diagnosticato un cancro.
Il suo medico acutamente gli suggerì di fare quello che più gli piaceva… di suonare ancora il suo flauto… ed egli si mise a suonare di nuovo

Vai all’articolo

La lezione dell’Impermanenza

Tutte le esistenze, gli oggetti, in una parola i fenomeni, sono manifestazioni momentanee, lampeggiamenti effimeri che durano soltanto per un momento, dato che scompaiono non appena comparsi, per essere seguiti da altri, altre esistenze e così via.
Impressionato dalla transitorietà e dall’incessante mutazione e trasformazione dei fenomeni, Gautama Buddha li considera forze, movimenti, sequenze e processi, adottando così una concezione dinamica della realtà. Il mutamento, il divenire, è la consistenza stessa della realtà.
Qualunque fenomeno abbia una causa deve perire, perché contiene in se stessa l’implicita necessità della dissoluzione. Nel mondo non c’è né permanenza né identità. Non vi è nulla di stabile, di duraturo e di permanente…

Vai all’articolo

Riflessioni sul rapporto tra Abisso e Luce

di Alessandro Tonon
Quante volte nel corso della nostra vita siamo colpiti da sofferenze inevitabili? Amori che finiscono, famiglie disgregate, amicizie lacerate, difficoltà economiche, malattie inguaribili, lutti. Contingenze che si abbattono sulle nostre esistenze, indipendentemente dalla nostra volontà e che ci fanno precipitare in un abisso. E, solo chi ha attraversato la sofferenza, può cogliere quanto tale abisso possa essere profondo.
Dinanzi ai dolori, in particolare a quelli legati alle ferite dell’anima, l’uomo si sente chiamato a cercare di dare un senso alla travagliata esperienza che sta vivendo. Ed è proprio questa chiamata, che rende tale l’umano: la possibilità di inondare di senso le pagine tristi e dolorose della propria esistenza.
Gli uomini, infatti, non potrebbero vivere la sofferenza se in qualche modo non le attribuissero un senso. Scrive Natoli: «Il dolore […] si fa experimentum crucis, sottopone a prova l’individuo che lo vive e si erge a controprova del senso dell’esistenza»1. La sofferenza, solo qualora sia inevitabile, diviene prova e per questo occasione di maturazione etica, psicologica e spirituale. La domanda di senso circa il male, invita l’uomo ad assumere su di sé la sofferenza…

Vai all’articolo

Tu chi sei?

Cavaliere con cavallo bianco

di Caroline Mary Moore 
Arriva un certo momento nella vita in cui qualcosa dentro di te si spezza: tutte le certezze svaniscono, il dolore diventa lacerante; il tuo mondo si frammenta in mille pezzi e da quell’istante ti senti in lutto, solo che… chi è morto sei tu.
Tutta la tua vita è una lotta. Un conflitto interiore, una battaglia personale tra la vittima e il carnefice, entrambi convinti di dover difendere o vincere qualcosa d’importante, qualcosa di indispensabile per la propria felicità, ma se cerchi poi di ricordare, non sai veramente per quale motivo hai iniziato quella guerra tra la Luce e le Tenebre.
Cavalcando il tuo cavallo bianco, sempre nel giusto, in prima linea, con quel filo d’ansia incessantemente presente, pronto per giustificare e reagire con l’auto difesa o l’attacco, ti trovi ancora una volta con la spada tratta, impegnato nello sconfiggere un nemico perennemente sfuggente…

Vai all’articolo

L’Accettazione

Accettazione della sofferenza

“Per crescere si ha bisogno sia della pioggia che del sole…” (P.Pradervand)
Ecco una breve storiella istruttiva: “C’era una volta in un lontano paese, un padre sconsolato che teneva fra le braccia la figlia più piccola. Da vari giorni la bambina non mangiava e il padre temeva per la sua vita.
Non pioveva da mesi e i maghi non prevedevano alcuna nube per molti mesi ancora. Il padre che nella lingua del suo paese si chiamava “Uomo Retto”, chiamò a raccolta tutti gli uomini validi e ricordò loro che al centro del villaggio c’era un albero immenso il quale per tutto l’anno produceva frutti in abbondanza

Vai all’articolo

Transizione – il compimento del Piano

Compimento Piano Divino

di Monique Mathieu
“Molto tempo fa vi parlammo di tutto ciò che succede sul vostro mondo. Vi dicemmo che sarebbe successo qualcosa di molto importante sopra le vostre teste, nella vibrazione delle energie della Luce e in quella della luce oscura, una specie di immenso “conflitto” (anche se questo termine non è del tutto corretto)”.
“A poco a poco questo “qualcosa” è sceso nella vostra dimensione, semplicemente perché così doveva essere. Tutto ciò che vivete e che l’umanità vivrà fa parte della realizzazione del Piano. Tuttavia questo Piano prevede molteplici scenari.

Voi parlate…

Vai all’articolo