Nove marzo duemilaventi

Poesia di Mariangela Gualtieri

Questo ti voglio dire
ci dovevamo fermare.
Lo sapevamo. Lo sentivamo tutti
ch’era troppo furioso
il nostro fare. Stare dentro le cose.
Tutti fuori di noi.
Agitare ogni ora – farla fruttare.
Ci dovevamo fermare
e non ci riuscivamo.
Andava fatto insieme.
Rallentare la corsa.
Ma non ci riuscivamo.
Non c’era sforzo umano
che ci potesse bloccare.
E poiché questo
era desiderio tacito comune
come un inconscio volere –
forse la specie nostra ha ubbidito

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“Magari muori”: la Banalizzazione della Morte come inizio di una rivoluzione dirompente

di Enzo Pennetta
Non è solo un marketing spregiudicato ma l’apertura di una nuova “Finestra di Overton” che può trasformare radicalmente le questioni sulla morte.
Da qualche tempo una insolita campagna di marketing sta cambiando il modo di proporre i servizi funebri, sta ribaltando l’approccio verso il tema della morte, che da sempre e in tutte le culture è stato affrontato nel modo più profondo e serio.Dalle piramidi egizie ai mausolei, dai dolmen megalitici alle sepolture etrusche, dal Carme 101 di Catullo ai Sepolcri di Foscolo, dalla solennità cupa e sublime della Morte di Sigfrido di Wagner a quella struggente del Requiem K 626 Lacrimosa di Mozart, da sempre la morte ha rappresentato un momento di fronte al quale tutti hanno chinato il capo in un estremo segno di rispetto, che riassume in sé il rispetto stesso per il dramma dell’esistenza umana e al tempo stesso della sua grandezza.
Il senso della morte con la sua drammaticità, ha unito in una fratellanza senza tempo tutte le popolazioni che si sono succedute in ogni luogo della Terra dalla preistoria ad oggi, mai la fine della vita è stata rappresentata in modo meno che rispettoso. Solo in un libro distopico si suggeriva che in un “Mondo nuovo” questo sarebbe stato diverso, si sarebbe dovuta cambiare la sensibilità verso la morte, si sarebbe dovuto ridicolizzare il momento estremo per far accettare la riduzione dell’esperienza umana a ciclo operativo come quello di un qualsiasi utensile…

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Come e quando i nostri Defunti ci possono “raggiungere”

di Ambiente Olistico staff
I Nostri cari Defunti, ci “raggiungono” con più facilità, se qui sulla Terra possono trovare pensieri, sentimenti e sensazioni, rivolti a loro. L’amore, la simpatia costante che conserviamo verso i defunti stabiliscono questo collegamento.
I Nostri Defunti si chiamano con un moto di affetto. È questo che crea il contatto. È questo che loro sentono. Bisogna ricordarli in situazioni che abbiamo vissuto insieme, anche le più semplici, non importa se recenti o remote (ad esempio, mentre si parlava o si lavorava insieme). In altre parole, si dovrebbero immaginare delle scene reali.
Quando una o più persone defunte ci vengono improvvisamente in mente, mentre stiamo svolgendo le nostre attività consuete, dobbiamo arguire che sono loro che stanno chiedendo la nostra attenzione. A quel punto è doveroso per noi dedicare loro qualche minuto del nostro tempo, così come faremmo per un appuntamento telefonico: qualche minuto speso per uno “scambio” di idee. Si tratta infatti di uno scambio e non di un discorso unilaterale: uno scambio che risulterà benefico per entrambi…

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Studio scientifico sul Cervello: dopo la Morte è attivo per tre ore!

di Melania Rizzoli
Dopo che il cuore si ferma e viene certificata quindi la morte, il cervello rimane ancora vivo, e continua a funzionare per diverse ore.
L’annuncio shock è stato dato dalla Stony Brook University School of Medicine di New York, dove è stata condotta una ricerca con l’obiettivo di esaminare quello che accade a livello cerebrale dopo che una persona va in arresto cardiaco, allo scopo di migliorare la qualità della rianimazione e di prevenire le lesioni encefaliche, mentre si tenta di riavviare febbrilmente il cuore fermo del paziente, cercando di evitare danni neurologici permanenti.
Lo studio in questione, durato tre anni, si è concentrato solo sulle morti dovute ad attacchi cardiaci, nelle quali il cervello è virtualmente salvo ed esente da danni diretti, e questo organo fondamentale, in cui risiede la nostra coscienza, si è rivelato ancora funzionante per almeno tre, quattro ore dopo che il cuore aveva smesso di battere, e con la possibilità di riattivarsi senza deficit anche dopo una rianimazione cardiaca prolungata…

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C’è Vita dopo la Morte?

“C’è vita dopo la morte?” È la domanda delle domande, quella che tutti almeno una volta nella vita ci siamo posti, chi prima, chi dopo, chi in un momento di difficoltà, chi in seguito alla perdita di una persona importante.
La letteratura ha provato a dare qualche risposta: pensiamo soltanto a “Lincoln nel Bardo” di George Saunders, uscito lo scorso anno, o allo stesso Dante nella “Commedia”. Tutto resta però nell’ambito della finzione e l’uomo, come si sa, vorrebbe certezze, spiegazioni concrete. Alcuni ricercatori della Alabama State University e della University of Washington, su BiorXiv hanno pubblicato uno studio intitolato “Accurate Predictions of Postmortem Interval Using Linear Regression Analyses of Gene Meter Expression Data”, attraverso il quale hanno tentato di dimostrare che la risposta è affermativa. Insomma sì, c’è la vita dopo la morte…

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L’illusione della morte

L’uomo ordinario è un perfetto ignorante. Non nel senso dispregiativo del termine, ma perché in realtà, non conosce la struttura della materia e le leggi che regolano il mondo e la vita. Conosce soltanto la realtà oggettiva legata al mondo fisico ed è convinto di spiegare tutto con la “scienza”.
Di conseguenza è convinto che con la morte fisica del corpo, tutto finisca o nella migliore delle ipotesi, che ci sia una sorta di giudizio finale, per decidere dove debbano vivere le anime in eterno.
Ma come ci insegnano l’antica tradizione esoterica e i maestri spirituali, non esiste soltanto il mondo fisico, bensì altre dimensioni in cui l’uomo vive con i suoi rispettivi corpi (o veicoli). Oggi, anche diverse teorie scientifiche di fisica quantistica, avvalorano questa ipotesi, sostenendo che oltre al mondo conosciuto esistono degli universi paralleli, introducendo il concetto di “multiverso”…

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Storie dall’Aldilà

Esperienze pre morte

di Alberico Cecchini
La storia di Sandy, un bambino tornato in vita dopo aver incontrato la sorellina, morta anni prima, di cui non conosceva nemmeno l’esistenza.
Sempre più si parla e si parlerà di aldilà. Grazie ad internet, infatti, è oggi molto semplice raccogliere e accedere alle tantissime esperienze di vita oltre la morte o di risveglio da condizioni di pre-morte o coma profondo. Con l’obbligo di mantenere una prudenza altissima, per molti è interessante conoscere questi fatti sconcertanti generalmente censurati da un’informazione ufficiale prostrata all’idiozia, all’ignoranza e alla mala fede pura del gossip, che stravolge anche la funzione dei telegiornali.
«Se non ascoltano Mosè e i Profeti, neanche se uno risuscitasse dai morti sarebbero persuasi». Così Abramo risponde nell’aldilà al ricco che dall’inferno lo prega di mandare il povero Lazzaro ad avvertire i suoi 5 fratelli di ravvedersi per non finire in quel luogo di tormento. Dio, però, è, per definizione, infinitamente buono, quindi permette che eccezionalmente qualcuno ritorni dall’aldilà per darci una “svegliata”…

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Università di Southampton: prove della Vita dopo la Morte…

Vita dopo la Morte

di Roberto Morra
Una ricerca ha indagato il livello di consapevolezza di chi è clinicamente deceduto, quando il cuore ha smesso di battere: molti ricordano qualcosa…
Avete mai pensato a cosa succede quando una persona è dichiarata clinicamente morta? Ci riferiamo alle situazioni in cui il cuore smette di battere. Cosa succede a livello di consapevolezza in quel caso? Uno studio dell’università di Southampton, ha analizzato ben duemila casi di persone il cui cuore si era fermato a causa di un arresto cardiaco: il 40% di coloro che sono sopravvissuti, ha affermato di avere dei “ricordi” dei minuti in cui erano clinicamente morti.
Cosa succede quando il cuore si ferma? Viaggiamo in mondi lontani, immersi in una luce bianca? Vi siete mai posti domande sulle esperienze di pre-morte? Le persone che raccontano di aver avuto di queste esperienze erano affette da allucinazioni oppure si tratta di qualcosa di reale?…

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Morte e reincarnazione come rinnovamento

Morte e reincarnazione come rinnovamento

di Umberto Ridi
Ho imparato che il sentirsi di esistere prima di tutto è “vita”, essenza stessa dell’universo e dell’Assoluto. Come tale non può esserci un suo contrario (la morte). Perchè quello che appare come morte, non è la fine dell’esistenza ma una sua necessità di trasformazione.
Tutto procede in ampliamento e mai in riduzione, meno che mai in una sorta di distruzione o annullamento, in quanto se ciò avvenisse, dovremmo pensare che una parte dell’Assoluto viene a mancare, e questo è un assurdo filosofico.
Dunque la morte non è un annullamento della vita, ma un suo rinnovamento necessario a fronte di una struttura animica (psiche) non più in grado di rinnovarsi come mentalità e accrescimento evolutivo. Così diventa indispensabile continuare le proprie esperienze evolutive attraverso una nuova incarnazione, con una nuova struttura animica diversa dalle precedenti…

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I nonni non muoiono mai: diventano invisibili…

I nonni non muoiono mai: diventano invisibili…

I nonni non muoiono mai: diventano invisibili e dormono per sempre nella parte più profonda del nostro cuore.

Ci mancano ancora oggi e daremmo qualsiasi cosa per ascoltare di nuovo le loro storie, per ricevere le loro carezze, per vedere quegli sguardi pieni di infinita tenerezza. Sappiamo che la vita funziona così: mentre i nonni hanno il privilegio di vederci nascere e crescere, noi dobbiamo essere testimoni del loro invecchiamento e del loro addio al mondo. La loro perdita è quasi sempre il primo addio che abbiamo dovuto affrontare durante l’infanzia.

I nonni partecipi…

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