Uranio impoverito… una strage di Stato

di Cinzia Palmacci
Luciano Cipriani, maresciallo dell’Aeronautica militare, aveva 47 anni. Nel suo curriculum diverse missioni all’estero, Kosovo, Afghanistan. Aveva respirato a pieni polmoni l’aria di quei luoghi e calpestato le terre avvelenate da uranio impoverito, tutto senza protezioni.
Caschi, maschere, tute, guanti, tutto l’armamentario che in quei teatri di battaglia usano americani e inglesi, ma che i nostri comandi, alti e altissimi, ritengono inutili orpelli. E quel veleno gli era entrato in corpo, lentamente, ma in modo inesorabile. Aveva attaccato il suo fisico possente, lo aveva piegato alle sue ragioni, quelle di un tumore che ha un nome terribile e impronunciabile: glioblastoma multiforme di IV grado. Gli aveva reso la vita impossibile. Chiuso in un letto in attesa della morte. La fine del corpo come liberazione dalle sofferenze…

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Un leucemico acuto su due presenta Dna “alieno”

Dna alieno nei malati di leucemia

Uno studio congiunto tra Ospedale Niguarda e Università Statale di Milano svela sequenza misteriosa del Dna e apre a nuove prospettive di cura per i malati di leucemia.
C’è del Dna “alieno” nelle cellule cancerose di oltre la metà dei malati di leucemia mieloide acuta, una famiglia di tumori del sangue, che solo in Italia fa registrare ogni anno 2 mila nuovi casi. La scoperta, di quelle probabilmente destinate a cambiare la storia della medicina oncoematologica, è tutta italiana – milanese per la precisione – e appare oggi su ‘Scientific Reports’, rivista del gruppo Nature.
Uno studio che ha portato a conclusioni inedite e inaspettate. “Scioccanti” a detta degli stessi autori che nelle cellule neoplastiche del 56% dei pazienti analizzati, 125 adulti in trattamento all’ospedale Niguarda di Milano, si sono trovati davanti a un sorprendente intruso: “Una sequenza nucleotidica che non ha corrispondenza in nessuna delle sequenze umane finora conosciute”

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