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Fukushima: il Peggio deve ancora Arrivare

di Massimo Mazzucco
Forse non sarà necessario aspettare una guerra atomica fra russi e americani, per goderci le piacevoli conseguenze di una contaminazione nucleare…
Basterà aspettare che i giapponesi riversino in mare 1 milione e 300.000 tonnellate di acqua contaminata che fino ad oggi è stata stipata nelle centinaia di cisterne che circondano la vecchia centrale (le vedete tutte nella foto qui sopra).
I giapponesi sostengono che ormai le cisterne hanno raggiunto la capacità limite, e che bisognerà iniziare a rovesciare in mare il loro contenuto. Questo naturalmente ha scatenato le proteste dei cinesi, dei coreani, dei russi, e della confederazione delle isole del Pacifico, che saranno i primi paesi a vedere il proprio mare contaminato dalle acque radioattive. Si calcola infatti che nell’arco di tre anni l’intero oceano Pacifico sarà contaminato, mentre nell’arco di 10 anni la contaminazione dovrebbe raggiungere tutti gli altri oceani del mondo…

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Cibi radioattivi: fate attenzione a funghi, latte e pesce

funghi radioattivi del Piemonte

Chernobyl, Fukushima… ancora oggi rischiamo di portare in tavola alimenti contaminati da particelle radioattive.

Quello che successe a Chernobyl trent’anni fa, è storia vecchia e conosciuta, ma a causa di ciò che è accaduto qualche anno fa a Fukushima, si è tornati a parlare molto del nucleare. Purtroppo, quello che non si dice, o meglio, che si dice ma chissà perché si preferisce subito dimenticare, è che ancora oggi rischiamo di portare in tavola alimenti contaminati da particelle radioattive.

E ogni tanto purtroppo questo rischio diventa realtà: uno dei casi più…

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La verità su Fukushima in un documentario censurato in tutto l’occidente!

Disastro Fukushima

La vicenda di Fukushima, ce la ricordiamo tutti. Arrivò, peraltro, in un momento in cui in Italia era in corso una massiccia operazione di propaganda, per sdoganare il nucleare anche in Italia.
Ebbene, sin dall’inizio la Tepco, gestore dell’impianto nucleare di Fukushima Daiichi, disse bugie al governo giapponese e al mondo, per nascondere la reale entità del disastro, e la reale gravità dello stesso emerse solo in seguito. E anche i mass media occidentali censurarono e limitarono le notizie, perché dire la verità avrebbe provocato una fuga di massa dal nucleare.
Le notizie trapelavano, ma venivano relegate a bufala
Tuttavia, giornalisti indipendenti e blogger, documentavano nel web una realtà diversa da quella raccontata dai media, sia in Giappone, dove i cittadini persero totalmente la fiducia nel governo, che in Europa e nel mondo, in particolare nei paesi sotto l’ala americana. Anche se poi le notizie vere, spesso venivano relegate a “bufale”, come spesso accade quando si vuole denigrare una questione scomoda…

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Fukushima a 5 anni dal disastro

Fukushima disastro

di Paolo Di Sia
L’11 marzo 2011 a Fukushima uno dei più forti terremoti registrati in Giappone ha portato a conseguenze impensabili.
A seguito del terremoto si è creato uno tsunami, una doppia forza scatenante che ha portato ad effetti devastanti: un grave incidente nucleare presso l’impianto di Fukushima Daiichi, la morte di oltre 15.000 persone e la distruzione di gran parte delle infrastrutture e delle abitazioni.
Quanto accaduto ha avuto ampie conseguenze per le politiche giapponesi ed energetiche internazionali, l’ambiente, l’opinione pubblica in materia di energia nucleare e la stessa gestione delle catastrofi. Le vibrazioni del terremoto hanno causato l’arresto automatico di 11 centrali elettriche in tutto il paese, tra cui tre reattori della centrale nucleare di Fukushima Daiichi. Lo tsunami che ha colpito la costa circa 50 minuti più tardi ha causato una catena senza precedenti di eventi devastanti negli impianti della centrale. I generatori diesel di emergenza che avrebbero dovuto sostituire gli impianti elettrici danneggiati sono stati allagati e si sono fermati interrompendo il raffreddamento; così tre dei noccioli dei reattori dell’impianto hanno iniziato a fondere e il materiale radioattivo è stato rilasciato nell’ambiente in seguito anche ad alcune esplosioni…

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