Le Banche continuano a sparire in Sicilia!

La Fabi (Federazione Autonoma Bancari Italiani), il più grande sindacato del settore in Italia, dice no al fenomeno sempre crescente delle chiusure di sportelli nei piccoli comuni siciliani.
Il coordinatore della Fabi Sicilia, Carmelo Raffa, al riguardo ha dichiarato: “Le Banche non possono continuare a favorire la desertificazione dei piccoli comuni della Sicilia, chiudendo gli sportelli bancari: così facendo, creano grossi problemi alla popolazione e in particolar modo agli anziani.
Gli istituti di credito continuano a rappresentare un servizio pubblico essenziale e ciò non può valere solo per i dipendenti che debbono garantire i servizi ma anche e principalmente per gli amministratori”

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Avanti tutta, la scogliera si avvicina!

di Jacopo Cioni
Esistono differenze innegabili fra un paese che detiene la propria sovranità monetaria, ed il controllo della propria politica economica, e uno paese che le ha perse entrambe.
Gli USA sostengono le imprese con denaro anche a fondo perduto con unico vincolo che le aziende non licenzino gli operai, tradotto, in periodo di crisi, lo Stato ti paga gli operai. Non solo sostiene l’economia ma lo fa contenendo la disoccupazione. Questo il trafiletto de Il “Sole 24 Ore”.
“La forma scelta per l’erogazione dei fondi è quella del prestito da restituire (in teoria) entro due anni, senza garanzie reali o personali (coperte dall’ente Sba). Il prestito (assieme agli interessi maturati) deve essere impiegato per il 75% per pagare gli stipendi di 8 settimane, mentre la quota restante va dirottata su mutui o affitti e bollette. Ma il prestito diventa a fondo perduto se si mantengono l’occupazione e i livelli salariali o se si riassumono velocemente i dipendenti licenziati. Più si licenzia, più soldi bisognerà restituire”

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Diminuiscono i margini di libertà

di Adriano Tilgher
Ritorna l’Italia dell’emergenza e… di emergenza in emergenza, diminuiscono i margini di libertà.
Negli anni passati c’era l’emergenza mafie che ha portato pesanti restrizioni sia sul piano economico finanziario che sul piano della vita di ogni giorno. La stessa cosa è successa con l’emergenza terrorismo, che ha reso più difficile la circolazione monetaria e l’acquisto e la detenzione d’armi. Come se queste restrizioni preoccupassero in qualche modo mafiosi e terroristi e non fossero servite, invece, soprattutto a limitare i margini di manovra e di libertà dei cittadini onesti e rispettosi delle leggi: le vere vittime di queste normative.
La stessa cosa sta accadendo con questa finanziaria in cantiere. La volontà di incentivare, con la scusa della lotta all’evasione fiscale, l’uso delle carte al posto del denaro contante è un un’ulteriore favore che si fa alle banche ed al sistema di potere attuale, basato sulla finanza e sul controllo delle transazioni…

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Le “Gretinate” di Bankitalia

di Gianfranco La Grassa
I cambiamenti climatici metteranno ancora più a rischio l’economia italiana. Chi ha detto questa “Gretinata”? Il Governatore di Bankitalia, Ignazio Visco. Da quando è iniziata la crisi ne abbiamo sentite di tutti i colori.
Colpa della paura, della sfiducia, dei cattivi banchieri, del parassitismo finanziario e ora anche dello scioglimento dei ghiacciai. Ci prendono per i fondelli e quanto più in alto stanno, con le loro cariche da megadirettore generale e deleghe alle panzane, tanto più grosse le sparano. Sono lupi mannari che si burlano del popolo facendo a loro volta la figura degli asini, ma a caro prezzo per i contribuenti, considerati i compensi che incamerano.
Visco, dal famigerato “Festival dello sviluppo sostenibile” (organizzato da insostenibili esseri verdi lontani dalla Terra quanto i marziani) ha dichiarato: “L’Italia sarà la nazione europea più esposta ai danni legati all’esondazione dei fiumi… ll progressivo aumento delle temperature potrebbe influire in modo permanente sulle capacità produttive del Paese”

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Questa Europa è un Male, con buona pace di Prodi e dei suoi compari

di Francesco Maria Toscano
Dimostra di avere un bel coraggio Romano Prodi, nel chiedere ai cittadini italiani di esporre una bandiera dell’Europa, che testimoni l’amore profondo che lega il nostro popolo alle fredde e ciniche istituzioni comunitarie di stanza a Bruxelles e a Francoforte.
È un po’ come chiedere ai curdi di sventolare la bandiera del partito di Erdogan, come chiedere a Boris Johnson di sfilare in compagnia di Tony Blair contro la “Brexit”, come chiedere ai gilet gialli di eleggere Macron quale legittimo nuovo portavoce della protesta. Insomma, più che una proposta quella di Prodi, è una vera e propria provocazione.
Da quando l’Italia si è intruppata (anche grazie a Prodi e ai suoi compari) dentro la moneta unica – grande “successo di civiltà” decantato dai progressisti di ogni risma – il Belpaese ha visto crescere in termini continui ed esponenziali il disagio sociale, la disoccupazione e la sotto-occupazione. Si contano oggi in Italia non meno di 5 milioni di poveri, gente disperata costretta a vivere con poco o niente, che potrebbe però in teoria viaggiare fino in Lettonia senza il fastidio di dover cambiare moneta. Non è fantastico?…

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Lo scandalo della “cessione del quinto”

di Claudio Mezzanzanica
Facile e veloce, la cessione del quinto dello stipendio è l’ingresso di un tunnel per tanti lavoratori dipendenti e pensionati che non riescono altrimenti a pagarsi spese mediche e altri prestiti. Ha tassi altissimi (10%) e contenziosi più numerosi di Banca Etruria. Per banche e finanziare, affari d’oro.
“La cessione del quinto oggi è una forma di prestito conveniente e sicura”. Così scrivono banche e finanziarie nelle loro newsletters e nei volantini che distribuiscono nei bar, fuori dai luoghi di lavoro, nelle cassette della posta…
In realtà la cessione del quinto è una trappola infernale in cui stanno cadendo e sono caduti alcuni milioni di italiani. L’allarme l’ha lanciato perfino Bankitalia, che nella primavera scorsa ha emanato una circolare richiamando gli operatori a una maggiore trasparenza e correttezza nella gestione dei rapporti con i clienti. La crescita dei contenziosi nel 2017, saliti a 22.000, più 40% rispetto all’anno precedente, ha costretto anche il compassato istituto di via Nazionale ad agire con il solito sistema della “moral suasion”

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Solo i servi e gli ignoranti sono europeisti

di Gabriele Sannino
Sentirsi europeisti oggi implica o coraggio o incoscienza. Più semplicemente, serve tanta, tantissima ignoranza, sia dei processi che dei fenomeni.
Se per l’uomo della strada – che è ignorante per forza di cose data la quotidianità, il lavoro, i mass media che disinformano e via discorrendo – l’Europa è bella perché ti permette di viaggiare senza passaporto, non devi cambiare la moneta, o perché ti permette l’Erasmus, per molti altri cittadini – più informati e consapevoli – quest’Europa dei banchieri, ormai, sta diventando un vero e proprio incubo.
Infatti, è proprio da qui che bisogna partire per ragionare: l’Europa dei popoli non esiste più, forse non è mai esistita, esiste solo l’Europa della finanza, della tecnocrazia e dei banchieri. L’uomo della strada o magari il giovanotto di belle speranze costretto ad emigrare a Londra o a Dublino per fare il lavapiatti o il cameriere ignora, per esempio, che è proprio questa Europa coi suoi meccanismi monetari a indurlo a tale necessità…

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Bce: la “fabbrica del debito” che sta rovinando l’Europa!

Molta gente non sa che la Bce pur essendo un’istituzione che svolge una funzione pubblica è, tuttavia, di proprietà privata, detenuta, cioè, da banche private, comprese quelle dei paesi europei che non aderiscono all’euro.
Oggi la Bce stampa la banconota da 100 euro al costo di 3 centesimi e la vende alle banche commerciali a 100 euro, più l’1% di interesse, in cambio di titoli di garanzia. Le banche rivendono la banconota dello Stato a un tasso superiore in cambio di buoni del Tesoro, che sono titoli di debito.
Lo Stato ripaga questi interessi facendoli gravare sulle tasse imposte ai cittadini. Quindi tutto il denaro in circolazione è gravato da interessi percepiti dalle banche e da tasse che gravano sulle nostre spalle. È così che noi siamo indebitati dal momento in cui nasciamo. È il sistema che di fatto corrisponde ad una “fabbrica del debito”…

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Grecia: all’asta sul web tutto ciò che si può vendere… anche le case private

di Maurizio Pagliassotti 
La Grecia di Tsipras affronta l’ultima parte della svendita totale del suo patrimonio e della sua civiltà. Sul mercato finisce la stessa democrazia.
Grecia di Alexis Tsipras è entrata nella «fase laboratorio»: vedere cosa succede ad un paese lasciato nelle mani dei creditori. Disse Milton Friedman: «Lo shock serve a far diventare politicamente inevitabile quello che socialmente è inaccettabile»: lo shock della Grecia risale all’estate del 2015 quando con la giacca gettata sul tavolo al grido di «prendetevi anche questa» il primo ministro Alexis Tsipras firmò la resa senza condizioni della sua nazione sconfitta.
Umiliato di fronte al proprio paese e al mondo da Angela Merkel, volutamente. Sul tavolo, quella notte, non finì solo la Grecia, ma la stessa democrazia, che l’occidente ha vissuto in quelli che il grande storico Hobsbawm ha definito «i gloriosi trent’anni». Il voto greco, consapevole, che rifiutava il commissariamento della Trojka ad ogni costo, veniva tradito in cambio di un piano “lacrime e sangue”, ancor più punitivo, perché doveva sanzionare l’ardire di un popolo intero che osava ribellarsi alla volontà suprema dell’Europa finanziaria. Che solo in quel caso e per pochi giorni gettò la maschera della finta solidarietà, dei traditi valori di Ventotene, e si manifestò nella pura essenza del terrorismo finanziario…

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Notizia censurata in Italia: 46 anni di carcere per 9 banche islandesi

I banchieri corrotti islandesi condannati

Batosta meritata per 9 grandi banche islandesi, con 46 anni di carcere confermati.

Nessun media italiano racconta ovviamente quello che è successo in Islanda. Una punizione meritata che dovrebbe essere imposta anche ai nostri truffatori… non solo banchieri, ma anche politicanti truffaldini. L’Islanda ha agito in modo diverso dal resto dell’Europa e degli Stati Uniti, consentendo che i banchieri fossero perseguiti come criminali piuttosto che trattarli come una specie protetta.

L’Islanda ha riconosciuto nove banchieri (le banche principali) colpevoli e li ha condannati a…

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