Rasputin e la profezia della sua morte

Non molti sanno che la morte del celebre monaco Rasputin, al servizio dello zar Nicola II alla corte russa, fu predetta da un famoso veggente già noto per la precisione e il dettaglio delle sue innumerevoli profezie. L’uccisione rocambolesca del sinistro monaco, aprì una fase di sconvolgimenti politici che sfociò nella rivoluzione bolscevica del 1917.

Rasputin

Rasputin

Il conte Louis Harmon è passato alla storia con il nome d’arte di Cheiro. Celebre veggente e chiromante, fu corteggiato da re, sovrani e altri personaggi altolocati all’inizio del secolo scorso per la stupefacente esattezza delle sue profezie.

Nel 1905, durante un incontro con il famigerato Rasputin, Cheiro avvertì quest’ultimo dell’amaro destino che lo attendeva: “Prevedo per te una morte violenta entro le mura del palazzo“, gli rivelò. “Sarai minacciato dal veleno, dal coltello e da un proiettile. Alla fine, vedo le gelide acque della Neva chiudersi su di te.

RasputinLa successiva, movimentata, carriera di Rasputin come guida spirituale dello zar Nicola II e della sua famiglia gli procurò senza dubbio numerosi nemici alla corte russa. Eppure sembrò non nutrire sospetti quando il principe Felix Yusupov lo invitò a cena al suo palazzo, la sera del 29 dicembre 1916, promettendogli di presentargli una dama di corte che voleva conoscerlo. Rifiutando vino e tè, Rasputin mangiò un pezzo di torta che il principe aveva guarnito di cianuro. Yusupov rimase sbalordito nel vedere il monaco mangiare parecchi altri pezzi della torta avvelenata, senza risentirne.

Il principe allora estrasse una pistola e colpì Rasputin alla schiena per poi chinarsi sul corpo riverso a terra. Con immenso stupore del nobile, Rasputin aprì gli occhi di colpo e ne seguì una lotta disperata. Altri congiurati intervennero a dare manforte al principe, e uno di loro, un certo Purishkevich, piantò altre due pallottole nel corpo di Rasputin, mentre Yusupov percosse il monaco con una sbarra d’acciaio. Forti della loro supremazia fisica, il principe e i suoi accoliti legarono le braccia di Rasputin e portarono il suo corpo, apparentemente senza vita, al fiume Neva. Fecero un buco nel ghiaccio e spinsero il monaco in acqua. Ma anche questa volta egli tornò in vita.

Rasputin con la famiglia realeIl suo ultimo gesto fu quello di farsi il segno della croce, quindi, privo di forze si abbandonò alle acque gelide del fiume, compiendo in tal modo la profezia del conte Cheiro. Prima del suo assassinio egli avvertì la famiglia reale con queste parole: “Se io verrò ucciso da assassini comuni voi non avrete niente da temere. Ma se sarò assassinato da dei nobili, e se essi verseranno il mio sangue, le loro mani ne rimarranno lorde. Fratelli uccideranno fratelli e non vi saranno più nobili nel paese“.

Prima del finire di quell’anno i bolscevichi fecero esplodere la rivoluzione. Il 16 luglio 1917 lo zar e la sua famiglia furono trucidati a Ekaterinburg.

Fonte: http://www.viaggionelmistero.it

RASPUTIN - LA FINE DI UN REGIME (EBOOK)
di J.W. Bienstock

Rasputin - La Fine di un Regime (eBook)

di J.W. Bienstock

Mettiamo in testa a questo libro il nome di Rasputin, di questa figura fantastica, quasi leggendaria, perché nell'ultimo decennio del regime zarista, Rasputin è colui che ne personifica più intensamente la follia e la criminalità, e perché la data della sua morte coincide, a pochi giorni di differenza, con quella della fine di questo regime.

Il regno dell'ultimo dei Romanov, durato ventitré anni, è contrassegnato da una serie di atti che sembrano una sfida perpetua al popolo russo. Tutto quanto il paese possedeva in fatto di capacità e di onestà, era scartato dal potere, e intorno al trono si spingeva una folla sempre più numerosa di arrivisti, di avventurieri, di prostitute, di ladri e truffatori d'ogni sorta e d'ogni classe, di taumaturghi e stregoni, folla variegata di esseri strani, senza legge e senza fede, che scavavano un abisso, sempre più profondo, fra l'imperatore e il suo popolo.

L'espressione che, meglio di ogni altra, caratterizza i rapporti che, fin dall'inizio di questo regno, si erano stabiliti fra la Corte e il popolo, è l'espressione che veniva correntemente usata nell'ambiente dell'imperatore: "Noi ed essi". Noi, cioè la Corte e i suoi due puntelli: la burocrazia inetta e la polizia depravata. Essi, cioè tutto il resto della Russia, l'immenso popolo di centosessantatre milioni di anime, nel quale si vedeva un nemico, momentaneamente soggiogato, ma che non bisognava mai dimenticare di trattare da nemico.

La figura più spiccata, più straordinaria, più drammatica di questa Corte, unica nella storia dei tempi moderni, era, come abbiamo detto, Rasputin. Si è già molto scritto intorno a questo personaggio, troppo famoso; tuttavia non è stato ancora messo in luce né la sua biografia completa, né il carattere specifico e preciso della sua azione, né tutti i particolari della sua morte.

Oggi possediamo dei documenti che ci permettono di colmare in parte questa lacuna. Abbiamo il giornale di una delle prime vittime di Rasputin, la moglie del generale Loktin che seguiva passo per passo il famoso staretz, ed ha notato i particolari più pittoreschi e più strani della sua vita così accidentata. Possediamo anche un altro giornale, quello del prete Eliodoro che fu dapprima fervido amico di Rasputin, e divenne più tardi il più accanito dei suoi nemici. E finalmente abbiamo ora incartamento completo dell'inchiesta giudiziaria fatta in seguito all'assassinio di Rasputin.

In grazia a questi elementi possiamo tracciare una biografia completa del personaggio o per lo meno darne le nozioni più essenziali. Ma perché si possa capire la parte rappresentata da Rasputin nella storia di questi ultimi anni, perché si possa capire come questo contadino analfabeta, rozzo, ripugnante, qualificato immondo da tutti quelli che lo avvicinarono, abbia potuto essere per qualche tempo il vero dittatore della Russia, in luogo dell'imperatore, ci occorre dire brevemente che cosa fosse la Russia e il suo sovrano.

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