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Psicologia anti-aging: rallentare l’invecchiamento

L’aging (o invecchiamento) è un fenomeno naturale che inizia già dopo i 35 anni. E’ la somma di tutte le modificazioni biologiche e psicologiche che accompagnano ciascun individuo lungo il cammino della sua vita, una complessa cascata di processi che portano alla riduzione progressiva della riserva funzionale.

L’invecchiamento umano, se pur generalizzato a tutti gli individui, si svolge con modalità, ritmi e conseguenze variabili da individuo a individuo, poiché è influenzato da molteplici fattori di diversa natura che, se tenuti sotto controllo, possono intervenire a ritardarlo e a contrastare gli aspetti negativi che lo caratterizzano.

Psicologia anti-aging

Psicologia anti-aging

I fattori biologici possiedono un peso rilevante all’interno del processo di invecchiamento ma non sono i soli a determinarlo. Un ruolo altrettanto importante è svolto dai fattori psicologici e sociali.

La psicologia, può oggi dare il proprio contributo a questa “esperienza” alla quale nessuno di noi è “immune”. Non si tratta della ricerca della “fonte magica di eterna giovinezza” ma dello scoprire quali sono le aree su cui possiamo intervenire per rallentare il processo di invecchiamento.

La ricerca ci indica essenzialmente le seguenti:

L’Ambiente
I Comportamenti
Le Capacità
Le Credenze, convinzioni, valori.
L’Identità
La Mission

AMBIENTE

Oggi è ormai un dato di fatto che l’invecchiamento è espressione di un’interazione fra l’individuo e il suo ambiente (epigenetica), anche sotto un profilo meramente psicologico, di tratti di personalità.

Un paradigma sperimentale in questo campo di studi è l’arricchimento ambientale, che viene usato per mimare negli animali in cattività una vita ricca di stimoli vari”. Tale condizione prevede infatti di tenere gli animali in gruppi sociali numerosi, all’interno di grandi ambienti ricchi di tane, tunnel, scale, ruote di movimento che permettono, rispetto all’immagine classica del topo in gabbia, una forte stimolazione dell’attività motoria spontanea, della curiosità e del gioco.

Usando questa strategia i ricercatori hanno dimostrato che è possibile influire sul cervello adulto in modo da ripristinare il suo stato di plasticità giovanile.

Nell’approccio anti-aging uno degli aspetti che più influiscono sull’ambiente è rappresentato dal “campo”: un concetto rappresentante l’insieme delle vibrazioni o onde che le cellule del nostro corpo riescono ad emanare. Secondo un interessante modello delle onde vibrazionali (mutuato dall’elettrochimica, dalla fisica quantistica e dall’elettrodinamica quantistica) queste ultime sono influenzate dai nostri pensieri, compreso quello secondo cui per arrivare ad una certa età si debba obbligatoriamente invecchiare.

E’ come se ad una determinata età ci si aspettasse che le persone cambino il comportamento e assumano altri ruoli, che passino ad un altro stadio della vita.

Il punto sembrerebbe essere il seguente: le onde di un atomo integrandosi con le onde di un altro atomo creano un’interferenza che può essere costruttiva nel momento in cui le credenze e le convinzioni che provengono dall’ambiente sono potenzianti o distruttiva se queste stesse credenze sono depotenzianti.

Concepire quindi ad esempio l’ “invecchiare” come un buon uso dell’esperienza acquisita nel corso degli anni, per un utile condivisione, genera uno stato d’animo potenziante che influisce positivamente sulle vibrazioni cellulari. Collegare, invece, la parola “invecchiamento” a “decadimento” genera sicuramente un’effetto opposto a quello appena descritto.

Tutto questo ricopre un ruolo fondamentale sull’impact factor che determinate convinzioni hanno sulla nostra durata di vita! In sostanza, il campo (costruttivo o distruttivo) che posseggono le persone che ci circondano, influenza il nostro campo, alterando positivamente o negativamente la nostra biologia corporea nel corso del tempo.

Possiamo fare infiniti esempi di tale “contagio emotivo”, situazioni in cui è evidente il realizzarsi di un vero e proprio “passaggio” immediato e non consapevole di emozioni da un soggetto all’altro il quale le esperisce come fossero le proprie: quei momenti “magici” in cui si crea tra genitore e figlio piccolo un’intensa unione e condivisione emotiva, o le situazioni in cui, di fronte a segnali di pericolo, la paura di pochi individui si diffonde immediatamente ad un’intera folla.

Essere consapevoli di questo ci permette in seguito di elaborare strategie che interrompono la catena del “contagio emotivo” e restituiscono alla persona la possibilità di aumentare la propria qualità di vita. In definitiva, ognuno di noi è influenzato in maniera determinante dalle persone che lo circondano, dall’ambiente in cui vive.

COMPORTAMENTI

Possiamo lavorare su alcuni nostri comportamenti, compiendo azioni specifiche per rallentare i processi degenerativi legati all’invecchiamento (comportamenti alimentari corretti, stili di vita, attività fisica, gestione dello stress etc.)

Uno dei “passi” fondamentali da percorrere in un prospettiva anti-aging è quello di imparare a gestire lo stress. Lo stress ed alcune emozioni hanno una rilevanza immensa nel processo di invecchiamento e possono influenzare i geni. Fisiologicamente le emozioni e gli atteggiamenti comportamentali corrispondono a sostanze chimiche e neuropeptidi emozionali specifici. Un esperimento scientifico ha studiato la correlazione tra stress e sviluppo embrionale utilizzando DNA di placenta e ha dimostrato che molti geni corrispondenti a ‘codici buoni’ venivano spenti nel DNA quando questo era soggetto a forti emozioni quali rabbia, paura, frustrazione o stress per poi venire riattivati quando il DNA era soggetto a emozioni positive.

Ma pensiamo anche all’influenza sul DNA derivante dall’effetto di stress ed emozioni sul bambino durante lo sviluppo gestazionale. Esiste un numero crescente di studi scientifici che dimostrano come le emozioni della madre abbiano un effetto fisiologico sul bambino.

CAPACITA’

L’utilizzo costante di alcuni comportamenti ci permetterà successivamente di sviluppare delle capacità. All’inizio sarà sufficiente conoscere gli ingredienti-base (comportamenti anti-aging), ma successivamente spetterà a noi creare le ricette (capacità).

Ad esempio: una volta appresa l’esecuzione degli esercizi del nostro programma di attività fisica e gli alimenti che potremmo utilizzare per vivere bene, sarà nostro compito essere parte attiva del sistema, ovvero, co-creare la nostra realtà salutare, variando sia l’allenamento che l’alimentazione in base alle nostre esigenze o agli imprevisti che si possono verificare.

Le capacità si sviluppano con l’esercizio continuo e devono essere collegate ad un principio di flessibilità. Questo significa semplicemente che se nel nostro comportamento siamo capaci di maggior varietà rispetto ad altre persone, allora avremo a disposizione una più vasta gamma di scelte e, quindi, un maggiore controllo in quello che facciamo.

CREDENZE E CONVINZIONI

Le credenze sono ciò in cui un individuo crede veramente, rappresentano delle forti convinzioni su come si percepisce la realtà, influenzando fortemente i nostri pensieri, comportamenti e scelte.

Le convinzioni si generano principalmente attraverso l’esperienza, a partire dall’infanzia. Ciò che crediamo della senescenza o di noi stessi è influenzato fortemente da ciò che abbiamo creduto fin dalla più tenera età. Possiamo credere che la vecchiaia sia connessa a decadimento e malattia, guardare al passato con nostalgia e al futuro con ansia e insicurezza, oppure, possiamo attribuire alla vecchiaia una connotazione emotiva positiva, fatta di vitalità, creatività, spensieratezza.

Prendendo spunto dalla PNL (Programmazione Neuro Linguistica), possiamo immaginare la nostra rete di credenze come una “mappa” che ci serve per interpretare il “territorio”, ossia la realtà. Più questa interpretazione è lontana dalla realtà, peggiori saranno le nostre scelte e i risultati delle nostre azioni e quindi peggiore sarà la qualità della nostra vita.

Per capire l’importanza di tutto ciò basta pensare alle numerosissime ricerche della PNIE (psiconeuroimmunoendocrinologia) che hanno dimostrato l’importanza delle convinzioni, del pensiero positivo nello stimolare il processo di auto guarigione.

Se la nostra mappa non è “affidabile” e “ampia” non raggiungeremo i nostri obiettivi, saremo limitati nelle nostre scelte e non andremo lontano.

In un ottica anti-aging, potremmo chiederci più spesso, preventivamente, quanto è “buona” la nostra mappa: se tutte le nostre convinzioni sono vere, quanto limitano la nostra vita e il nostro futuro.

IDENTITA’

I comportamenti, le capacità, le credenze si generano durante il corso della vita per creare un’identità di terza età efficiente. L’identità mostra l’aspetto più completo di noi, ingloba il senso di chi siamo, l’idea di chi noi siamo, la nostra auto-immagine.

La nostra percezione dell’identità determina le nostre convinzioni, i valori, i comportamenti, gli atteggiamenti e le abitudini, sviluppando il nostro senso di “mission”.

Per tale motivo costruire, nel corso della vita, delle convinzioni potenzianti su chi siamo, abbattendo quelle che vengono definite convinzioni auto-sabotanti, può farci vivere meglio e più a lungo.

Ci sono individui che nonostante il trascorrere del tempo, mantengono la convinzione di essere giovani perché posseggono un’autoimmagine che li fa sentire tali, altri, seppur più giovani di questi ultimi, avendo una convinzione di essere più anziani di quanto realmente siano, invecchiano più precocemente.

Queste differenti tipologie di identità generano comportamenti più o meno “potenzianti” che influenzano le nostre aspettative di vita, la qualità della vita e il nostro percorso.

MISSION

La mission personale riguarda i nostri ideali, principi, le cose veramente importanti per noi nella vita. Se stabilisco, in giovane età che voglio vivere favorendo la salute del corpo (con alimentazione sana e costante esercizio fisico), della mente (sviluppando curiosità e interessi) e dell’anima (coltivando l’amore, le amicizie e le relazioni interpersonali) probabilmente vivrò un futuro migliore rispetto a chi conduce una vita piena di eccessi e sregolatezze.

Fonte: http://massimogualerzi.com

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