L’Italia degli uomini e dei “caporali”

di Cristofaro Sola

A Ventimiglia va in scena la realtà. Ciò che denunciavamo da tempo si sta puntualmente verificando: i nostri vicini d’Oltralpe stanno sigillando i varchi.

Migranti a Ventimiglia
Sono stufi di raccogliere tutta quella varia umanità migrante che il nostro Governo vorrebbe far passare oltreconfine sotto banco, alla chetichella. E hanno ragione. In nome di quale delirante ideologia dell’accoglienza dovrebbero lasciarsi invadere? Sono per questo razzisti e xenofobi? Certo che no. Sono semplicemente schierati a difesa di un principio che è sacrosanto: la tutela dell’integrità identitaria delle proprie comunità nazionali.

Ciò che altrove è ancora considerato un valore per qualcuno in Italia suona come una bestemmia, un atto sacrilego perpetrato in danno della fede assoluta nel multiculturalismo e nel mito della società polietnica. Conseguenza drammatica dell’irrigidimento degli Stati confinanti, è la certezza che il nostro Paese verrà sommerso da masse di disperati, giunti loro malgrado al capolinea nella corsa alla conquista della terra promessa.

Terra, l’Italia, che non è quella desiderata ma è pur sempre migliore di quella abbandonata. Tuttavia, un’onda di piena così vasta non è destinata a spegnersi con facilità. È scontato che gli immigrati venuti dal Sud del mondo, continueranno a premere per riuscire a varcare le nostre frontiere settentrionali. Ciò vuol dire che le forze dell’ordine dovranno compiere uno sforzo immane per contenerli e impedire che creino disordini.

Situazione migranti a VentimigliaIntanto, le comunità locali delle aree di confine sono costrette a subire sulla propria pelle questa tragedia senza averne colpa. Che male hanno fatto gli abitanti di Ventimiglia, di Como o gli altoatesini del Brennero per meritare tutto questo? Pagano le tasse allo Stato? Sono o no cittadini della Repubblica italiana? Gli abusivi dei palazzi romani, invece, hanno deciso che costoro debbano avere più doveri e meno diritti: vi sembra giusto?

Questo Governo di incapaci che sta perdendo tutte le sfide possibili sul piano internazionale, vuole stravolgere per sempre il volto e il destino della nazione facendo dell’Italia l’hot-spot dell’Occidente. I “compagni” del centrosinistra, sfruttando l’evoluzione dello scenario libico, avrebbero potuto bloccare una volta per tutte l’immondo traffico di esseri umani che dalle coste del Paese nordafricano fa rotta verso le acque territoriali italiane. Avrebbero dovuto avviare un’operazione di polizia internazionale sul suolo libico, per impedire ai barconi di prendere il mare o, una volta intercettati nel Canale di Sicilia, per riportarli agli accosti di partenza. Ma non lo hanno fatto per scelta politica e ideologica.

Per Matteo Renzi e i suoi sodali va bene così: che nulla cambi! Il Governo è soddisfatto, perché pensa, con la storia dell’accoglienza, di cavare qualche mancia finanziaria dalle mani dei partner europei; le autorità ecclesiastiche sono felici perché sentono realizzata la loro missione ecumenica; il sottobosco clientelare che ruota intorno alla politica, gongola perché il business degli immigrati rende bene: più della droga, come “autorevolmente” sosteneva il noto esperto di malaffare Stefano Buzzi.

Insomma, tutti contenti tranne i comuni cittadini. Eppure, il diabolico loop nel quale siamo avvitati ci porterà alla rovina. Nonostante tutta l’insopportabile retorica sulla superiorità morale della società solidale, profusa a piene mani, siamo come rimasti imprigionati in un fotogramma di quel profetico film del 1955, diretto da Camillo Mastrocinque e interpretato da Totò e Paolo Stoppa: “Siamo uomini o caporali?”.

Oggi come ieri ci sono gli uomini, che siamo noi comuni mortali, che subiscono le angherie del potere e poi ci sono tutti loro, i “caporali”, quelli che in un modo o nell’altro stazionano sempre sul ponte di comando della storia, e che ci vessano. A questo punto la domanda sorge spontanea: per quanto ancora si andrà avanti senza reagire?

Articolo di Cristofaro Sola

Fonte: http://www.opinione.it/editoriali/2016/08/10/sola_editoriale-10-08.aspx

LA TRATTA DEGLI SCHIAVI
Migrazione Globale - Chi governa l'immigrazione e perché
di Jeffrey Kaye

La Tratta degli Schiavi

Migrazione Globale - Chi governa l'immigrazione e perché

di Jeffrey Kaye

Quali sono gli interessi politici ed economici che regolano questo drammatico traffico di esseri umani? Un reportage giornalistico che ci permette di portare alla luce tutte le ombre del "Fenomeno Immigrazione" e di dar voce a coloro a cui è stato negato il diritto di esistere.

Il mondo sta sperimentando un esodo globale di dimensioni mai viste finora, ma motivato dalle stesse antiche ragioni di sempre: la ricerca di nuove opportunità e risorse. Il mondo degli affari e della finanza sfruttano in modo interessato i flussi migratori, che di conseguenza continuano, sanguinosi e incessanti.

Le immigrazioni persistono per almeno due ragioni: la prima è che il mondo degli affari si basa sulla mobilità umana e sulla disponibilità di masse di lavoratori; la seconda è che i migranti sono in grado di aggirare qualsiasi forza od ostacolo che si frapponga tra loro e il loro obiettivo.

È la legge della domanda e dell’offerta.

Esattamente come il mercato della droga sfama appetiti apparentemente insaziabili, superando frontiere e controlli della polizia, così i migranti, insieme al mondo degli affari e della finanza, che li sfrutta, fanno sì che i flussi umani continuino.

È un sistema globale che possiamo definire “capitalismo predatore”,

perché basato sul traffico di esseri umani.

Questo libro intende riempire il vuoto esistente nel dibattito sul tema facendo luce sugli aspetti economici della vicenda – spesso volutamente trascurati – esaminando le relazioni tra migrazione e globalizzazione e le varie attività che incoraggiano, facilitano e traggono profitto dalle migrazioni, sia quelle legali che quelle illegali.

Da parte dei politici viene utilizzata spesso la retorica per nascondere le reali motivazioni che incancreniscono il “problema immigrazione”. La questione viene posta solo in termini di controllo e di gestione, per accontentare i più bassi istinti della folla:

qual è il modo migliore per tenere fuori dai confini gli stranieri indesiderati?

Come punire i milioni d’immigrati illegali che s’intrufolano oltre le frontiere
e non rispettano i limiti del permesso di soggiorno?

L’autore indica invece la strada su cui ci si dovrà muovere se si vorrà davvero comprendere e risolvere questo problema sociale ormai fuori controllo: perché solo tenendo conto anche delle ragioni dei migranti, i legislatori saranno finalmente in grado di elaborare delle politiche per una immigrazione razionale e umana.

E questa sarebbe davvero una nuova storia.

Indice

Introduzione

Capitolo I – Esche e paraocchi
Capitolo II – Crescere le persone per l'esportazione
Capitolo III – I migranti nel mercato globale
Capitolo IV – Cambio di rotta: la fortuna gira
Capitolo V – Le agenzie di reclutamento e il mercato degli esseri umani
Capitolo VI – I trafficanti come fornitori di servizi per la migrazione
Capitolo VII – «Dipendiamo pesantemente dai lavoratori immigrati»
Capitolo VIII – Schiavitù e flussi di denaro
Capitolo IX – «Cercasi lavoratori» o «Non oltrepassare il confine»
Capitolo X – Scelte politiche, influenze e alleanze
Capitolo XI – Resa dei conti sud-occidentale
Capitolo XII – Sangue fresco e selezione nazionale
Capitolo XIII – «Divisi per la necessità di sopravvivere»

Indice analitico
Note

Introduzione di "La Tratta degli Schiavi"

Benjamin E. Johnson, direttore dell'organizzazione a sostegno dei migranti Immigration Policy Center, durante un congresso ha eloquentemente riassunto la questione così:

«Inviamo due messaggi contrastanti ai nostri confinanti:
"Si cercano lavoratori"
e "State fuori"».

Johnson ha definito "schizofrenico" il fallimentare approccio ufficiale.

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