Le manie: cosa sono e quali cause hanno

di Cristina Rubano

Chi di noi non ha le sue piccole o grandi manie? Quelle abitudini che ci caratterizzano e a volte ci fanno sembrare un po’ bizzarri? Vediamo cosa sono e cosa possono dire di noi.

La mania delle scarpe

La mania delle scarpe

Giocherellare con le ciocche dei capelli, mangiarsi le unghie, sorseggiare l’irrinunciabile tisana prima di dormire, collezionare scarpe a non finire, lavarsi le mani in continuazione…

Le manie sono quelle piccole e grandi fissazioni che contraddistinguono il nostro modo di comportarci. Spesso etichettiamo come “manie” abitudini comportamentali dai significati più diversi ed eterogenei. Non tutte le manie, infatti, sono indice di malessere o disagio psicologico: a volte fanno parte di quelle idiosincrasie personali su cui possiamo sorridere con un pizzico di indulgenza verso noi stessi e gli altri!

Le manie

Vi ricordate il personaggio di Carrie nella serie tv Sex and the City? La sua mania erano le scarpe, per le quali aveva un’irrefrenabile passione tanto da collezionarne un numero impressionante, a cui dover dedicare un’intera parete della casa…!

In realtà, quelle fissazioni che etichettiamo come manie, possono esprimere aspetti molto diversi della nostra personalità, da piccole abitudini involontarie ma innocue, a veri e propri atti compulsivi che possono prendere il controllo della nostra vita.

Vi sono piccole manie che altro non sono che gesti e atti comportamentali, che mettiamo in atto automaticamente senza neanche accorgercene, e che fanno semplicemente parte del nostro atteggiamento, un po’ come gli intercalare che usiamo nel discorso verbale.

Può essere l’abitudine di giocherellare con una ciocca di capelli mentre parliamo o siamo sovrappensiero, oppure tamburellare con le dita della mano o dondolare ritmicamente un piede.

Si tratta più che di vere e proprie manie, di gesti automatici che possono intensificarsi in momenti di stress o di tensione, ma che in ogni caso non rappresentano solitamente un problema per la nostra vita di relazione. Sono piuttosto piccole abitudini che caratterizzano il nostro modo di atteggiarci e di comportarci.

Piccole e gradi abitudini rassicuranti

Altri tipi di quelle che nel gergo comune sono considerate manie, sono quelle piccole fissazioni che inducono alcune persone a mettere abitualmente in pratica determinati comportamenti, ben più consapevoli e complessi delle gestualità automatiche di cui parlavamo sopra.

Un esempio, è rappresentato dalla mania di collezionare scarpe di Carrie: molte di queste manie rappresentano infatti comportamenti che forniscono un certo grado di gratificazione e di piacere. In altri casi si tratta di abitudini più esplicitamente orientate a rassicurare la persona che le mette in atto, come controllare di aver chiuso il gas o tornare indietro a sincerarsi di aver chiuso la portiera dell’auto.

Questo tipo di manie, di piccole e gradi “fissazioni” comportamentali, sono in molti casi funzionali a fornire un certo grado di rassicurazione, ma non rappresentano un problema fin tanto che la persona non ne sia compulsivamente dipendente, ma riesca, in caso di necessità, anche a farne a meno senza che divengano un ostacolo alla sua vita lavorativa e di relazione.

Schiavitù comportamentali

Altri tipi di gesti ripetitivi e rituali che possono caratterizzare il comportamento di una persona non sono semplici manie, ma veri e propri atti compulsivi di cui la persona stessa, pur riconoscendone l’irragionevolezza, non può fare a meno, pena il cadere in uno stato di ansia o di panico soverchiante.

In questi casi può essere la vita intera a diventare un rito, nel momento in cui tutte le attività della giornata, dalle funzioni quotidiane alle incombenze lavorative e sociali, sono subordinate all’esecuzione di determinati gesti o comportamenti rituali.

C’è chi, ad esempio, non può fare a meno di lavarsi ripetutamente le mani, fino a passare in bagno diverso tempo più volte al giorno, o chi prima di uscire di casa deve controllare per un certo numero di volte di aver chiuso gas o finestre. Di esempi ce ne possono essere molti.

In questo caso le manie sono piuttosto atti compulsivi che svolgono la funzione di difendere psicologicamente la persona, da un livello intollerabile di ansia, interferendo in maniera anche consistente con la vita quotidiana, facendole perdere una gran quantità di tempo e condizionando pesantemente anche i rapporti con le persone che abitano con lei o che le stanno intorno.

Le manie possono così esprimere un disturbo ossessivo-compulsivo, ed è per uscire dalla prigione di rituali in cui si sono confinate, che spesso queste persone intraprendono un percorso di psicoterapia.

Le manie, come avrete compreso, non sono quindi tutte uguali, certo è che tutti noi abbiamo i nostri lati bizzarri, le nostre piccole fissazioni…Sono debolezze che ci rendono semplicemente più umani e a cui possiamo imparare a guardare con indulgenza, fintantoché non arrivano a condizionare pesantemente la vita quotidiana.

Fonte: http://www.crescita-personale.it

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Questo libro è il risultato di un lavoro di ricerca durato più di tre anni e svolto con l'aiuto di venti specialisti. Scritto in un linguaggio accessibile senza però rinunciare all'accuratezza, può essere letto da tutti.

È un'ottima presentazione dello sviluppo della teoria del Bing Bang e del suo impatto sulle nostre credenze e sulla nostra rappresentazione del mondo. Offre una prospettiva interessante sulla scienza, sulla cosmologia e sulle loro implicazioni filosofiche e religiose.

Per quasi cinque secoli si sono accumulate scoperte scientifiche che hanno suggerito che fosse possibile spiegare l’Universo senza la necessità di un Dio creatore. Inaspettatamente, il pendolo della scienza ha oscillato nella direzione opposta.

Dopo aver definito cosa sia una prova nella scienza e le implicazioni delle due tesi opposte dell’esistenza o meno di un Dio creatore, il libro affronta le scoperte scientifiche degli ultimi 150 anni, che hanno portato a una vera rivoluzione concettuale.

Solo 100 anni fa tutti gli scienziati pensavano che l’Universo fosse eterno e stabile, mentre oggi sappiamo che ha avuto un inizio, avrà una fine, è in espansione e proviene da un Big Bang. Questo punto solleva la questione di un Dio creatore.

La scoperta della regolazione fine dell’Universo, che rende possibile l’esistenza degli atomi, delle stelle e della vita complessa, è un secondo punto chiave che solleva anche la questione della sua origine.

L'alba di una rivoluzione

Non ci sono mai state così tante scoperte scientifiche, e tanto spettacolari, in un tempo così breve come in quest'ultimo secolo. Tali scoperte hanno rivoluzionato la nostra visione del cosmo e riaperto con decisione il dibattito sulla questione dell'esistenza di un dio creatore.

Come un fiume in piena, la fisica è straripata uscendo dai suoi argini e ha invaso l'ambito della metafisica. Da questo incontro sono scaturiti degli elementi che mostrano la necessità di un'intelligenza creatrice. Queste nuove teorie infiammano da circa un secolo le discussioni degli scienziati, ed è proprio questa la storia che vogliamo raccontare in questo libro.

Viviamo infatti un momento straordinario della storia della conoscenza. I progressi della matematica e della fisica sono stati tali che argomenti considerati fuori della portata del sapere umano, come il tempo, l'eternità, l'inizio e la fine dell'Universo, l'improbabilità delle leggi dell'Universo e della comparsa della vita, sono diventati oggetti di studio da parte della scienza.

Questi progressi scientifici all'inizio del ventesimo secolo hanno provocato un'inversione del pensiero rispetto alla tendenza dei secoli precedenti, in cui si riteneva che l'ambito scientifico fosse incompatibile con qualsiasi discussione sull'esistenza di Dio.

In un linguaggio accessibile a tutti, gli autori offrono un'affascinante panoramica delle prove scientifiche dell'esistenza di Dio. Vengono così portate alla luce evidenze razionali convergenti, in campi indipendenti, che gettano una luce nuova sulla questione, forse, decisiva.

Con i commenti finali di Vincenzo Balzani, Noemi Di Segni, Roberto Giovanni Timossi, John C. Lennox, Andrew Briggs, Denis Alexander, Luc Jaeger, Cardinale Robert Sarah, e Monsignor André Léonard.
 
Con una prefazione del Premio Nobel per la Fisica Robert W. Wilson.

E la prefazione all’edizione italiana a cura di Antonino Zichichi, fisico al CERN e membro della Pontificia Accademia delle Scienza.

"A volte quando alzo gli occhi e guardo le migliaia di stelle che brillano nella notte, penso a tutte le persone che come me, hanno alzato gli occhi al cielo chiedendosi come tutto questo abbia avuto inizio. Di sicuro non conosco la soluzione a questo dilemma. Ma forse alcuni lettori avranno la possibilità di trovare l'inizio di una risposta in questo libro."

- Robert W. Wilson -

«Chiunque sia seriamente impegnato nel progresso delle scienze diventa cosciente della presenza manifesta di uno spirito immensamente superiore a quello umano, di fronte al quale dobbiamo tutti sentirci umili a causa delle nostre modeste capacità. È così che dedicarsi alla scienza porta a un sentimento religioso un po' speciale, indubbiamente molto diverso dalla religiosità delle persone un po' più semplici.»

- Albert Einstein -

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