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La pasta Italiana dei grandi marchi: un imbroglio al Glifosato

di TLS108

Il grano duro canadese migliore di quello siciliano? Falso: è solo un grande imbroglio al glifosato.

Glifosato

INCHIESTA: Da anni ci dicono che il grano duro canadese è il migliore del mondo. Che contiene più glutine. Tutto vero, per carità. Ma sotto c’è un inghippo o meglio la fregatura: l’uso spregiudicato della chimica che viene fatto in Canada. Con un erbicida – il glifosato o Roundup  che altera la maturazione naturale del grano. E diventa un problema: perché questo erbicida è un veleno che non fa certo bene alla salute umana. I retroscena di un imbroglio internazionale – non a caso mediato dalle multinazionali – che anticipa il TTIP e il CETA e punta a distruggere il grano duro siciliano, pugliese e, in generale del Sud Italia. Cosa fare per difendersi da questa truffa?

Da anni ci fanno una testa tanta con la bontà del grano duro canadese. Dicono – lo dicono soprattutto i titolari dei grandi nomi dell’industria che produce pasta – che i grani duri italiani sono ‘deboli’, contengono, cioè, poco glutine, che è la sostanza proteica che conferisce alla pasta la tenuta durante la cottura. Da anni umiliano il grano duro italiano prodotto nel Sud Italia e, in particolare, in Sicilia e in Puglia. Insomma, i produttori di grano siciliani e pugliesi non sono bravi, mentre i produttori di grano canadesi sono bravissimi. Ma le cose stanno veramente così? Piano piano, si è scoperto che, dietro il successo commerciale del grano duro canadese, c’è un grande imbroglio. Certo, grazie a un raggiro agronomico che ora racconteremo, contiene più glutine. Contiene, però, anche un veleno che fa male alla salute: il glifosato. Ma andiamo con ordine.

Il grano è una specie vegetale originaria del Medio Oriente. Nell’area del Mediterraneo – e quindi nei nostri ambienti – si semina in Autunno e si raccoglie in Estate. In altre parti del mondo – per esempio, nel Canada e in alcuni Stati del Nord degli Stati Uniti – si semina in Primavera e si raccoglie a fine Estate o inizio Autunno.

Già possiamo notare la prima anomalia. La pianta del grano si è evoluta nelle zone a clima caldo: quanto meno, nelle zone dove l’Estate è calda, per arrivare a maturazione a Giugno inoltrato, quando il grano assume la consistenza vitrea e viene raccolto. Mentre nel Canada e nel Nord degli Stati Uniti viene raccolto in Autunno, spesso quando il freddo è già arrivato.


Da qui una domanda: cosa succede in Canada quando l’Autunno è freddo e piovoso (cosa che avviene spesso)? Succede che il grano ha difficoltà a maturare, cioè a passare dalla colorazione verde allo stato vitreo: magari inizia la maturazione, ma lo fa in modo disomogeneo. Non solo. All’arrivo del prime piogge – e in Canada in Autunno piove – si sviluppano erbe infestanti che rendono difficile la mietitrebbiatura.

Cosa si sono inventati, allora, i grandi produttori di grano duro del Canada? Un artifizio agronomico che prende in giro, contemporaneamente, la natura e i consumatori. Ecco il trucco: 14-15 giorni prima di raccogliere il grano ‘sparano’ un trattamento con il glisofato, che è un diserbante conosciuto in tutto il mondo con l’epiteto di ‘Seccatutto’.

Il trattamento con glifosato (o glyphosate) viene effettuato quando il grano è ancora verde. Questo punto è molto importante. Quando il grano è ancora verde la pianta è al massimo del proprio sforzo: diciamo, per semplificare, che la ‘macchina’ vegetale, in questa fase, è concentrata a far crescere la granella che, quando è ancora verde, contiene un’alta concentrazione di sostanze nutritive, glutine compresa.

Se la coltivazione del grano viene effettuata in modo naturale – come avviene in Sicilia e in Puglia – la spiga, quando da verde diventa gialla, acquisendo la consistenza vitrea, perde una parte delle sostanze nutritive, compreso il glutine.

Siamo arrivati al punto nodale di questo grande imbroglio agronomico. Abbiamo detto che in Canada, 14-15 giorni prima di raccogliere il grano, ‘sparano’ un trattamento di glifosato. Guarda caso, questo trattamento chimico viene effettuato quando la spiga è ancora verde e quindi, come già ricordato, quando contiene un’alta percentuale di sostanze nutritive, glutine in testa.

Gli agricoltori canadesi, che passano per bravi – più bravi dei granicoltori siciliani e pugliesi, così ci dicono – spiegano che loro, con questo trattamento, inducono il grano a maturazione. Fesserie… Con il glisofato non si ‘induce’, anticipandola’, la maturazione: molto più semplicemente, la pianta del grano viene fatta seccare. Punto. La spiga verde del grano duro canadese, trattata con questo erbicida, secca subito: processo, questo, che non ha nulla a che vedere con la maturazione naturale!

Grazie a questo trattamento chimico, il grano duro canadese conserva una più alta concentrazione di sostanze nutritive, con in testa il glutine. Ma, come abbiamo provato a illustrare, in questo processo non c’è nulla di naturale. Si tratta soltanto di una forzatura innaturale che dà un prodotto ricco di glutine, ma anche ricco di veleni!

Pasta di grano duro italianoIl grano duro canadese, a differenza di quello italiano, presenta infatti un’alta concentrazione di glisofato, che non fa certo bene alla salute. Certo, piace alle industrie che producono la pasta, perché la pasta prodotta con l’aggiunta di grano duro canadese (o, in alcuni casi, prodotta con solo grano duro canadese) tiene meglio la cottura.

Ma tutto si basa sulla disinformazione dei consumatori, che di questi imbrogli agronomici e industriali non sanno nulla. Detto questo, è necessario che i consumatori sappiano che il glifosato fa male al nostro organismo. Non subito, certo. Ma con il passare del tempo il nostro organismo non potrà che risentirne negativamente.

A noi dicevano che i canadesi erano bravi nel miglioramento genetico del grano duro. Le loro cultivar, ci spiegavano, erano migliori delle nostre, perché contenevano più glutine. La nostra ricerca scientifica, le nostre facoltà di Agraria, non erano all’altezza di quelle canadesi. Tutte balle.

Sul glisofato circolano tante informazioni. Va detto che, tra tutti gli erbicidi utilizzati dalla farmacopea agricola, è uno dei meno inquinanti. Nei terreni esistono dei batteri che riescono ad eliminarlo.

Diverso, molto diverso il discorso per gli effetti sulla salute umana. All’inizio si diceva che era cancerogeno. Ora vogliono farci credere che non è cancerogeno. Fino a qualche tempo fa nell’Unione Europea c’erano Paesi che chiedevano di metterlo addirittura al bando o, quanto meno, di ridurre drasticamente la presenza di questa sostanza nei cibi, grano in testa.

Ora la ‘musica’ è cambiata. Di mezzo c’è la possibilità del TTIP, ovvero l’invasione di prodotti americani nei mercati europei. Così, oltre al grano duro canadese, arriverà anche il grano duro del Nord degli Stati Uniti. Tutto grano duro ‘maturato’ a colpi di glisofato. Statene certi: tra qualche mese questi sono capaci di venirci a dire che il glifosato fa bene alla salute!

Ci stanno avvelenando – e contano di continuare ad avvelenarci – con la seguente tattica:

Il Chicago Board of Trade, punto di riferimento mondiale del commercio di prodotti agricoli, fa crollare il prezzo del grano duro. Così i produttori di grano duro del Sud Italia – già penalizzati dal fatto che la grande industria italiana della pasta predilige il grano duro canadese – sono ancora più in difficoltà, magari falliscono (e magari cedono i terreni agli speculatori).

Così le multinazionali che producono il glifosato (che procedono in sinergia con le multinazionali che producono le sementi, magari geneticamente modificate) e i produttori di grano duro canadesi e Nord Americani si prendono il mercato italiano della pasta. Insomma, un ‘antipasto’ di quello che avverrà con il TTIP. Il tutto avvelenandoci con la pasta piena di glisofato!

Di più: non dimentichiamo mai che il grano canadese arriva in Italia su grandi navi, spesso vecchie petroliere. E qualche volta (forse più di qualche volta) arriva con la presenza di aflatossine, sostanze altamente cangerogene. Così ci avvelenano due volte: con il glifosato e con le aflatossine.

Cosa possiamo fare per difenderci? Due consigli: in primo luogo, non acquistare più la pasta prodotta dai grandi marchi. Opzione radicale, ma necessaria. In secondo luogo, cercare i piccoli produttori di pasta che ci sono in Sicilia e in altre zone d’Italia e rifornirsi da loro, e magari ridurre il consumo della pasta. Dopo cinque-sei mesi, forse per un anno, questa opzione produrrebbe i primi effetti.

Primo: convincerebbe i produttori di grano duro siciliano a produrre pasta. Magari consorziandosi. Sarebbero a questopunto indotti a farlo perché non avrebbero problemi a vendere la pasta.

Secondo: costringerebbe le grandi industrie della pasta a cambiare registro. Si interromperebbe l’arrivo di grani duri canadesi ‘drogati’ dal glifosato (e spesso con aflatossine).

Terzo: salveremmo i produttori di grano siciliano: la domanda di grano duro, infatti, schizzerebbe all’insù e il prezzo salirebbe, alla faccia dei ‘banditi’ del Chicago Board of Trade. 

I pessimisti – che in Sicilia non mancano mai – penseranno: e i canadesi si faranno ‘soffiare’ il mercato? Credeteci: sì. Ricordate un paio di anni fa i grandi investimenti delle multinazionali nell’olio di palma? Quando, qualche anno fa, è iniziata sulla rete la battaglia contro l’olio di palma in molti erano pessimisti. Bene, grazie alla rete, il messaggio che l’olio di palma fa male alla salute è passato. Oggi nelle pubblicità di biscotti e merendine si dice a chiare lettere: “Prodotto senza olio di palma”.

Se non acquisteremo più la pasta industriale, tra un anno e forse meno sentiremo nelle pubblicità: “Pasta prodotta con grano duro senza glifosato”.

Poi ci domandiamo perché le allergie e le intolleranze alimentari siano cresciute esponenzialmente negli ultimi anni! Dal 2006 l’unione Europea permette l’importazione del grano da paesi fuori dall’Ue in particolare dal Canada. Il risultato? Celiachia e intolleranze alimentari a gogò.

Articolo di TLS108

Fonte: https://acateringveg.wordpress.com/2016/10/11/la-pasta-italiana-dei-grandi-marchi-un-imbroglio-al-glifosato/

Un commento

  1. Il ns caro governo dovrebbe:
    1)obbligare tutti i produttori di pasta a dichiarare la provenineza del grano su ogni singolo pacco/scatola
    2) i grossi gruppi ( che ricevono sovvenzioni varie dall’europa e dal ns governo) dovrebbero essere “invitati” ad acquistare almeno 1/3 del loro fabbisogno di grano da produttori locali/europei.

    I produttori di grano/ pasta italiani dovrebbero consorziarsi e creando una serie di norme ben precise (come per esempio nel caso del parmigiano) dichiarare la filiera completa del grano, dal campo al pacco di pasta.
    A quel punto gli italiani saranno disposti a spendere qualche centesimo di più al chilo per un buon piatto di pasta.

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